
«Dalla mobilità del personale di polizia penitenziaria elaborata dalla direzione generale del personale e della formazione, il carcere di Sulmona esce fortemente penalizzato». Lo afferma il segretario provinciale della Uil penitenziari L’Aquila, Mauro Nardella, che lancia l’allarme sulla situazione ad alto rischio in cui versa il penitenziario peligno e chiede un adeguamento del personale.
Nardella ricorda che la struttura è già carente di 64 unità, «il tutto unito alla presenza di quasi 450 detenuti e all’assenza di un direttore titolare. Tutto ciò rende sempre più difficile la situazione nel carcere sulmonese».
La speranza che la situazione migliori è legata, secondo Uil penitenziari, alla revisione dei circuiti penitenziari che il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (Prap) ha già elaborato e che ora è al vaglio, per la ratifica, del Dap, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. «Se il tutto dovesse essere confermato – aggiunge il sindacalista Uil – a Sulmona, in luogo dei detenuti di media sicurezza, giungerebbero altri 100 ad alta sicurezza e un’altra decina di collaboratori di giustizia che, di fatto, confermerebbero, rafforzandolo, il titolo di supercarcere. Se ciò dovesse accadere, la Uil penitenziari non potrà che chiedere un rafforzamento delle unità di polizia penitenziaria e una revisione della modalità di gestione degli oltre 150 ristretti con patologie psichiche più o meno gravi» conclude Nardella, sottolineando che a Sulmona non è possibile gestire tali soggetti con l’unico psichiatra presente, poiché ciò non consente di rispettare i protocolli in materia.