Censimento del Cas, al via a settembre

10 agosto 2012 | 15:39
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Censimento del Cas, al via a settembre

Risolta una grana ne spunta subito un’altra per gli sfollati ospitati nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito, in tutto 120 persone. Dopo aver protestato in Comune hanno riavuto l’acqua calda, l’energia elettrica e il televisore funzionante. All’orizzonte però spunta un altro problema. Entro la fine del mese la palazzina Sassari (che subito dopo il sisma ospitò il G8) deve tornare a disposizione dei miliari.

Gli inquilini dovranno traslocare alle palazzine Pisa e Firenze. Una delegazione di ospiti però ha già fatto sapere che non intende spostarsi perché «lì le stanze sono di 18 metri quadrati e non di 30 come quelle del Sassari – insistono -. Non siamo pacchi postali. In questi pochi metri quadrati noi abbiamo tutte le nostre cose, la nostra vita». Il problema però potrebbe essere anche di più vaste proporzioni: quello di uno sfratto in blocco, se è vero che i finanziari intendono riattivare la scuola sottufficiali.

La verità è che la convivenza fra civili e militari è sempre più difficile a tre anni dal sisma. Gli animi sono esacerbati. Gli ospiti chiedono solo un’alternativa dignitosa in attesa della riparazione delle proprie abitazioni. La maggior parte abitava in case Ater e sta scontando i ritardi e lo scaricabarile fra Ater e Comune dell’Aquila sulla progettazione. Sono due le tipologie di sfollati “militarizzati”, coloro che non hanno assistenza da parte dello Stato perché fuori dai criteri, che costano al comune 300 euro al mese, e coloro che possono beneficare di assistenza che costano 22 euro al giorno.

L’assessore comunale Fabio Pelini ha colto l’occasione per fare il punto della situazione sull’emergenza abitativa rilanciando sulla necessità di attuare un censimento che sarà avviato a settembre dedicato ai 9.300 cittadini che beneficiano del contributo di autonoma sistemazione. Prima che il Governo tagli a dicembre – ha spiegato – è meglio che sia il Comune a razionalizzare la spesa.

Sono intanto 400 fino a oggi i cittadini che volontariamente hanno chiesto di poter passare dal Cas all’assegnazione di un alloggio del Progetto case. A questo proposito l’assessore ha ricordato che gli alloggi vuoti al momento sono solo 40 di cui 13 in riparazione.

Circa il censimento, l’obiettivo del Comune è verificare chi usa il contributo per pagare un affitto e chi invece «per alimentare il proprio conto corrente. A queste persone sarà offerto in alternativa al Cas anche un alloggio del progetto case. L’offerta terrà comunque conto anche del reddito con la consapevolezza che in molti casi il Cas è un vero e proprio sostegno economico  per i  nuclei di cassintegrati o pensionati».

Gli alberghi, invece sono stati svuotati, ha ricordato l’assessore. Vi sono rimasti solo 50 anziani, 25 ex Onpi e altri in Rsa. L’assessore alle Politiche abitative poi ha voluto commentare l’Opcm numero 3917 del 30 dicembre 2010 e in particolare l’articolo 4 comma 3  sulle assegnazioni di alloggi da parte del Comune:  «Una volta esaurite le graduatorie e assegnati i Map agli aventi diritto, i sindaci “possono prevedere l’assegnazione a nuclei con abitazione principale classificata ‘B’ o ‘C’, per la quale sia stato concesso il contributo per la riparazione”. In questa ordinanza c’è anche scritto che, prima di offrire un Map ai possessori di appartamenti classificati ’B’ e ’C’, deve essere chiusa definitivamente la lista dei ’frazionisti’ (i residenti delle frazioni aquilane, ndr) che fecero la domanda per ottenere il Cas al posto, appunto, di un Map. Fra i beneficiari del del Cas ci sono 121 frazionisti. Se noi non rispettassimo questa  disposizione, i pochi Map disponibili sarebbero occupati tutti dai proprietari di case ’B’ e ’C’. Ma poi cosa succederebbe se un avente diritto che vive in una frazione chiedesse di usufruire di un Map al posto del Cas?».

A.Cal.

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