
Inizieranno a settembre i lavori di restauro della chiesa di San Lorenzo di Corcumello, frazione di Capistrello, risparmiata dal terremoto ma disastrata dal tempo e dall’incuria. E quale migliore occasione per dare la buona novella alla comunità proprio nel giorno dedicato al santo, nonostante un buco nelle casse comunali di 5 milioni di euro? I fondi per Corcumello, comunque, arrivano dalla Cei che ha deciso di intervenire su questo luogo di culto.
«Noi siamo l’unico paese in provincia de L’Aquila che ha un comune in dissesto, vittima di un debito che ormai è arrivato a toccare i cinque milioni, ma non ci siamo mai spaventati di fronte a questa difficile eredità e il primo passo che non può mancare è la vicinanza ai nostri borghi, dimostrata qui dalla presenza di tutta la giunta e anche del Sindaco, i quali, per la prima volta dopo tanto tempo, sono tornati a Corcumello», le parole dell’assessore Francesco Piacente.
La chiesa di San Lorenzo è stata, infatti, lo sfondo della cerimonia di commemorazione ai caduti di Corcumello che ha preceduto la cerimonia religiosa dedicata al santo patrono protettore di cuochi, librai, bibliotecari, pasticceri e pompieri.
«L’anno scorso – ha affermato il sindaco Lusi – dietro varie insistenze per la risoluzione dei problemi sottesi ai ritardi dell’avvio ai lavori riguardo questa Chiesa, si è mosso qualcosa, e nel silenzio e nella discrezione questo percorso è stato completato: stanno per iniziare i lavori di restauro di questo splendido posto, affinché venga riportato all’antica bellezza. Viviamo oggi nel dramma di un debito devastante che ci ha impedito di concludere dei progetti che erano in cantiere, ma le cose sono solo rimandate perché la legge non ci ha dato la possibilità di portarle a termine quest’anno».
Ha concluso poi con una promessa alla sua cittadinanza: «Faremo tante cose assieme e per lo splendore di Corcumello e di tutto Capistrello. Che questo senso di appartenenza e solidarietà che Corcumello e Pescocanale dimostrano, si espanda anche verso il capoluogo di questo nostro Comune».
(g.c.)