Castel del Monte, le streghe sono tornate

17 agosto 2012 | 07:00
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Castel del Monte, le streghe sono tornate

É  giunta alla sua diciassettesima edizione (un numero pieno di significati esoterici) la notte delle Streghe di Castel del Monte. Anche questa sera sarà celebrato in paese il rito dei sette sporti, o dei 7 archi. Una rievocazione teatrale itinerante di una tradizione folcloristica che si perde nella notte dei tempi.

L’associazione “La notte delle streghe” ha voluto attribuire un significato speciale alla edizione numero 17 attraverso un annullo filatelico speciale e uno scambio con il Comune di San Giovanni in Marignano unica località, spiega Matteo Mucciante del direttivo dell’associazione, che celebra in Italia la propria notte delle streghe anche se nel mese di giugno.

Eccezionalmente ieri sera la notte delle streghe di Marignano è sbarcata a Castel del Monte. Nel giugno prossimo lo scambio culturale si concluderà con la messa in scena della notte castellana nel comune del Ravennate.  L’evento è stato preceduto qualche settimana fa da un convegno dedicato agli amuleti magici; di qui l’idea di legare la manifestazione e ad un oggetto scaramantico. 

In scena anche una mostra con tutte le locandine delle 16 edizioni, vere e proprie opere d’arte. «Quella di quest’anno ha spiegato Matteo Mucciante – è stata realizzata dal maestro Ermanno Ciani, uno dei cento pittori di Via Margutta».

Sono tremila finora i biglietti venuti soprattutto [i]on-line[/i]. La vendita continuerà in paese anche questa mattina.  La rievocazione come ogni anno sarà uno spettacolo itinerante anche gli spettatori potranno assistere in gruppi al rito dei sette sporti. La particolarità del progetto è di far interagire il pubblico con i teatranti: attraverso l’itinerario non è la scenografia a muoversi, ma lo spettatore che fisicamente attraversa le scene vivendo così le suggestive emozioni trasmesse dalle storie rappresentate nei luoghi della memoria.

La manifestazione trae origine dal rito divenuto ora quasi scaramantico effettuato dai genitori quando un bimbo si ammalava. Poiché spesso non si aveva una spiegazione scientifica alla malattia si ricorreva al paranormale: a far ammalare il bimbo non poteva che essere stata una strega, magari entrata in casa attraverso il buco della serratura. Non restava allora che effettuare il rito dei sette sporti per liberare il bambino dall’incantesimo malefico. «Il giro per  sette archi del paese si faceva verso la mezzanotte. La comare del battesimo doveva portare in braccio la creatura seguita da altre donne tutte in silenzio».  Si faceva anche in altro modo: «Si vegliava la creatura per otto o dieci notti, nell’ultima notte anche ad ora tarda si prendevano panni della creatura, si andava fuori dal paese dove due strade si incrociavano, e li si mettevano i panni sopra un pezzo di legno, si battevano fortemente e poi si bruciavano».

A.Cal.