Preturo, l’aeroporto dei pellegrini

23 agosto 2012 | 07:00
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Preturo, l’aeroporto dei pellegrini

Lo scalo aquilano non figura nella lista degli aeroporti da salvare frutto del piano Passera. Ci sarebbe in Abruzzo solo quello di Pescara. Il ministro vuol dare una sforbiciata di netto alle piste di decollo italiane per farne restare operative solo una quarantina, con strutture adeguate e nessun intervento dello Stato. Quelli minori, in tempi di spending review, per restare aperti dovranno sperare nell’intervento di Regioni o Comuni che dovranno decidere se “il gioco vale la candela”.

«Non c’è da preoccuparsi per l’assenza dell’Aquila – rassicura l’assessore comunale Emanuela Iorio con delega allo Scalo aquilano – Il nostro aeroporto non è contemplato solo perchè siamo ancora in attesa di avere la certificazione commerciale da parte dell’Enac i cui sopralluoghi sono stati finora tutti positivi. In tre mesi la nostra richiesta dovrebbe completare positivamente l’istruttoria». In questi mesi, dunque nello scalo gestito dalla “Xpress”, si lavora alacremente per completare le infrastrutture previste come la zona di check-in e il potenziamento delle strumentazioni della torre di controllo. Si cerca di immaginare soprattutto un ruolo e un futuro per lo scalo aquilano che probabilmente dovrà essere capace di camminare con le proprie gambe e diventare nel prossimo futuro appetibile per gli investimenti di privati ed enti locali.

L’amministrazione comunale è dunque pronta a giocare la carta del turismo religioso. «Appena ottenuta la certificazione commerciale – continua l’assessore Iorio – attiveremo la prima tratta L’Aquila Milano, poi grazie alla partecipazione al progetto Air-Net, lo scalo sarà inserito a pieno titolo in un percorso di turismo religioso che unisce la Puglia (San Giovanni Rotondo), L’Aquila (Celestino V, il santuario di Giovanni Paolo II) e Međjugorje». Al progetto partecipano infatti tre regioni italiane (L’Abruzzo, la Puglia e il Friuli) Bosnia e Erzegovina. Lo scalo aereo più vicino al santuario della Madonna Nera sarà Mostar da lì partirà un collegamento su gomma. In questo modo una delle tappe dei pellegrinaggi più care al turismo religioso potrà essere raggiunta in modo più veloce.

Lo scalo però secondo le intenzioni dei gestori potrà funzionare anche come aero-taxi per viaggi d’affari. Fra le altre idee dell’amministrazione c’è quella di realizzare un camping nella zona aeroporto sempre al servizio soprattutto dei pellegrini. «Stiamo per deliberare in giunta l’atto che ci permette di partire con questo progetto»,ha chiosato l’assessore. Funzioni ricettive potrebbe avere anche un vecchio capannone all’interno dello scalo da ristrutturare.

A.Cal.

IL GESTORE AEROPORTO DEI PARCHI – L’aeroporto di L’Aquila però  è uno scalo privato i cui servizi primari, il servizio antincendio, la torre di controllo sono tutti a carico del gestore.  La Xpress si è posta sul mercato sviluppando le proprie attività senza nessun aiuto pubblico  seguendo logiche commerciali ben precise che si adattano perfettamente alle necessità di un territorio che ha l’esigenza di far ripartire un’economia ferma ma con ottime potenzialità. Potenzialità messe in evidenza durante il G8 del 2009 in cui si è gestito un traffico aereo di non poco conto in maniera egregia ed in cui si è evidenziata la necessità e l’importanza strategica di dotare il territorio di uno scalo commerciale. Consapevole di questo fu anche l’Amministrazione Comunale dell’Aquila con l’ex vicesindaco Arduini che ebbe l’intuizione di predisporre il bando per la gestione dell’Aeroporto dell’Aquila con l’affidamento a società private. Ed è in questa logica che la società Xpress ha intravisto le enormi potenzialità a livello imprenditoriale dello scalo aquilano. Riteniamo con un pizzico di presunzione che non appena lo scalo sarà aperto al traffico commerciale la sua importanza strategica sarà evidente in maniera più palese e  nella logica dell’economicità lanciamo una piccola provocazione: perché investire miliardi di euro su uno scalo che dista 85 Km da Roma con infrastrutture da sviluppare quando ne abbiamo uno già pronto ad una distanza analoga e con un’autostrada efficiente? Nel frattempo lavoriamo alacremente ed in silenzio pronti, eventualmente,  ad accettare  nuove sfide.

PLACIDI: L’AEROPORTO NON È KO – «La notizia secondo cui il ministro Passera si appresta a tagliare molti aeroporti Italiani, lasciando agli enti locali il compito di gestirli, non è certamente una novità, visto che ne abbiamo contezza da tempo e ricalca quella presentata già dal ministro dei trasporti Alessandro Bianchi nel 2006. Consapevole di questo, l’amministrazione comunale con l’ex vice sindaco Giampaolo Arduini ha operato con lungimiranza, essendo tra la prime sedi aeroportuali italiane ad aver affidato ad un gestore privato l’intero sedime aeroportuale, con una minima partecipazione pubblica nella fase di start up per i primi tre anni». A farlo notare è il capogruppo dei Cattolici Democratici al consiglio comunale Salvatore Placidi.

«Tutto ciò – aggiunge Placidi – ha permesso all’attuale gestore dello scalo aquilano, di presentare la regolare documentazione di rilascio di certificazione Enac, l’ente preposto per l’autorizzazione a scalo commerciale). Essendo così uno scalo privato aperto al pubblico di proprietà di un ente locale (Comune dell’Aquila) l’aeroporto dei Parchi conosce da tempo quale sarà il futuro e quale dovrà essere il cammino da seguire per ottenere le certificazioni adeguate. Nessuno stop per la nostra attività, tanto meno per quello che rimane l’obiettivo principale di ottenere l’autorizzazione al traffico aereo commerciale, che permetterebbe di collegare agevolmente, come più volte ricordato, L’Aquila con il nord del Paese e con tutte le altre tratte che potranno essere economicamente compatibili.

«Il nostro non è quindi un aeroporto messo al tappeto oppure ko – precisa Placidi – perché lo scalo dell’Aquila non è mai salito sul ring. Non è infatti una struttura pensata per vivere attraverso le sole partecipazioni pubbliche, anzi tutt’altro vivrà attraverso una corretta presenza del privato al processo di crescita del servizio pubblico. In questo senso la Regione Abruzzo, nella rimodulazione dei fondi Fas ha concesso al Comune un contributo per il miglioramento dell’aeroporto, ma non per la gestione. Ecco perché L’Aquila è in sintonia con le scelte di un moderno modello di conduzione che è certamente in sintonia con le scelte che intende operare il Governo. L’Aquila, non dimentichiamo, ha egregiamente svolto e gestito nel suo aeroporto il traffico del G8 del 2009. Traffico aereo di non poco conto, vista la portata dell’evento, che determinò la precisa volontà di insistere sulla necessità di dotare l’intero comprensorio di uno scalo aereo commerciale. E’ con questo spirito che la Xpress è presente a L’Aquila condividendo le scelte sin qui operate, ponendosi all’avanguardia per quello che sarà il futuro degli aeroporti italiani con una logica certamente diversa da quella di cui beneficiano molti scali nazionali. Chiara è anche la vocazione dell’aeroporto di L’Aquila non unidimensionale, tanto è vero che il trasporto passeggeri, pur essendo un aspetto di fondamentale importanza, lascia spazio a tutte le attività che fanno del nostro scalo un complesso che ben risponde a tutte le esigenze espresse dal tessuto sociale del territorio. Dal turismo alla sanità all’industria, dalla protezione civile allo sport, dallo svago all’apprendimento delle discipline aeronautiche grazie alla presenza di scuole di volo di alto livello. E da ultimo, ma non ultimo, fiere campionarie del settore. È per noi stimolante proseguire sul percorso già iniziato, che ha visto l’assoluta autonomia economica nella gestione dell’Aeroporto dei Parchi, ad estrema dimostrazione che il privato, se sapientemente indirizzato ed in collaborazione con una pubblica amministrazione oculata e sensibile riesce a dare risultati eccellenti in momenti difficili, dove le difficoltà si possono trasformare in opportunità».

RUGGERI: TULLIO DE RUBEIS LUNGIMIRANTE – «Credo che sono pochissimi quelli che, come il sottoscritto, si sono battuti per 40 anni per far sì che lo scalo di Preturo potesse essere qualificato anche come scalo commerciale». A rivendicarlo è il segretario comunale di L’Aquila Città Aperta Corrado Ruggeri, che precisa come «il recente piano Passera sugli aeroporti, non toglie né aggiunge nulla allo status del nostro aeroporto dei parchi; d’altronde del piano nazionale aeroporti se ne parla da oltre un decennio, ed in questi dieci anni in linea di massima in questo piano nazionale grandi modifiche né negli obiettivi né nelle strutture non se ne sono avute».

«Il nostro aeroporto – prosegue Ruggeri – ha avuto la qualifica di aeroporto turistico e privato fin dal decreto di istituzione del 14 febbraio 1970. Lungimirante, molto lungimirante all’epoca fu l’amministrazione comunale dell’Aquila e il suo sindaco l’indimenticato ed indimenticabile don Tullio De Rubeis, che individuò nella strada di aeroporto privato di proprietà del Comune dell’Aquila la via praticabile per ottenere dall’allora direzione generale aviazione civile del ministero dei Trasporti (in seguito diventata Civilavia e ultimamente Enac) lo status di aeroporto, dandolo in gestione ad un soggetto privato.

Il Piano Nazionale degli aeroporti, nella ultima versione Passera (che contrariamente a qualche notizia di stampa, include anche Viterbo come terzo aeroporto di Roma) non concede né toglie nulla sia agli aeroporti di proprietà degli enti locali, che di quelli totalmente di proprietà privata.

La differenza tra quelli inseriti nel piano nazionale aeroporti, e quelli non inseriti sta proprio nel fatto che lo Stato per quelli che non ci sono dentro, non scuce un centesimo per la gestione e per lo sviluppo.

Per tutto l’altro le potenzialità son le stesse.

Caro Salvatore Placidi potevamo brindare se fossimo stati inseriti almeno nel secondo gruppo (di 18 aeroporti), non certamente perché rimaniamo fuori da ogni programma statale.

Comunque sono stato sono e resterò sempre perché l’aeroporto dei Parchi possa operare anche come scalo commerciale».