Abruzzo: ‘Ancora costi per la sanità’

24 agosto 2012 | 12:31
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Abruzzo: ‘Ancora costi per la sanità’

«Invece che sotto l’albero di Natale, com’è suo solito, Chiodi invia agli abruzzesi l’ultimo pacco-dono sotto l’ombrellone di Ferragosto». La provocazione arriva dal consigliere regionale Cesare D’Alessandro (IdV),

che sottolinea come il governatore «il 9 agosto, senza alcun clamore, ha approvato due disegni di legge che trasferiscono sulle famiglie ulteriori costi per la sanità».

«I giovani atleti abruzzesi, fino a ieri esenti – argomenta il consigliere – dovranno pagarsi in proprio le prestazioni mediche richieste obbligatoriamente dalla legge, se vorranno continuare a praticare un qualsiasi sport agonistico. Tutti i costi per gli accertamenti sanitari di base, comprensivi del rilascio della relativa certificazione, saranno a carico dell’atleta e/o della società sportiva che richiede la visita. Con le due delibere (la 529 e la 530 del 9 agosto) Chiodi cancella, inoltre, tutte le disposizioni a favore degli invalidi di guerra e per servizio, previste dalla legge regionale 33/1998, nonché le provvidenze a favore dei nefropatici già previste dalla legge regionale 29/1998».

«Chiodi ci dirà che tali provvidenze erano già state sospese a causa del piano di rientro e che non sono ricomprese nei livelli essenziali di assistenza (Lea) a carico del servizio sanitario regionale» aggiunge D’Alessandro, precisando tuttavia che «è vero solo in parte, perché il consiglio regionale, nel 2009, ha approvato una risoluzione, peraltro all’unanimità, per consentire ai nefropatici abruzzesi la fornitura gratuita dei cibi aproteici, che era stata positivamente, anche se parzialmente, recepita ed attuata dalla giunta regionale».

«Ciò che è più grave e intollerabile sul piano politico – evidenzia il consigliere – è l’assenza di una qualsivoglia iniziativa di Chiodi a ridiscutere con il Governo gli aspetti più odiosi del piano di rientro sanitario, tra cui quelli sui nefropatici e sui malati oncologici, facendo pagare ai cittadini abruzzesi più deboli e indifesi i debiti, le colpe e le ruberie di coloro i quali, negli ultimi vent’anni, hanno gestito la sanità abruzzese. Molto meno remissivo si è dimostrato Chiodi, invece, quando si è trattato di difendere privilegi di ogni sorta, della destra e della sua ‘cordata’ in particolare».

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