
L’arrivo della pioggia di Beatrice è una manna per l’agricoltura italiana che ha dovuto affrontare la più grave siccità da quasi dieci anni che ha provocato danni per oltre un miliardo di euro e la richiesta della dichiarazione di stato di calamità nei territori di molte regioni. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che le precipitazioni sono importanti per allontanare il rischio di incendi, ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi e nei fiumi a secco in vista delle prossime semine e per salvare alcune colture in campo, ma arrivano troppo tardi per coltivazioni come il mais per il quale è ormai andato perso quasi un terzo del raccolto nazionale.
A causa della lunga assenza di precipitazioni, e per il caldo torrido la disponibilità idrica per usi civili e agricoli è limitata con il livello dei grandi laghi del nord come il Maggiore e il Garda che – sottolinea la Coldiretti – si trova ben al disotto della media mentre quello di Como è ormai prossimo al minimo storico del periodo.
Una situazione di difficoltà che si estende a fiumi e laghi su tutto il territorio che ha già fatto scattare in alcuni casi razionamenti e divieti.
L’arrivo della pioggia – sottolinea la Coldiretti – è importante, ma per essere utile deve cadere in modo costante e leggero mentre i forti temporali, soprattutto se accompagnati da grandine, provocano gravi danni alle colture. Se le precipitazioni sono intense i terreni aridi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento. Una situazione che – conclude la Coldiretti – aumenta il pericolo di frane e smottamenti in un territorio come quello nazionale dove il 68,9% del totale dei comuni italiani (5581) presentano aree a rischio idrogeologico.
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