
Pescara – Trova consensi nel pescarese la proposta del senatore del Pdl Andrea Pastore di costituire la Provincia Adriatica- Appenninica, derivante dall’accorpamento delle attuali Province di Pescara, Chieti e Teramo, mantenendo in piedi la Provincia dell’Aquila.
Al tavolo del Cal, che si riunirà il 28 agosto a L’Aquila, sarà quindi avanzato il progetto firmato da Pastore e condiviso da molti, oggi, nel corso di un incontro promosso dal presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa e dal sindaco del capoluogo adriatico Luigi Albore Mascia. C’erano i rappresentanti di Regione, Provincia e Comune, dell’Unione degli industriali, della Camera di Commercio e di alcune associazioni di categoria, e ognuno ha detto la propria, nel tentativo di arrivare ad una proposta condivisa. Dei parlamentari invitati, cioè quelli pescaresi, c’era solo Pastore.
C’è anche qualcuno, però, che sollecita l’accorpamento di Pescara e Chieti.
Pastore ha difeso la propria idea perchè «si tratta di una proposta fatta sulla base di un modello di sviluppo e di efficientamento della pubblica amministrazione» e ha messo in evidenza che in Abruzzo «non ci sono province di serie A, cioè Chieti e L’Aquila, e province di serie B, cioè Pescara e Teramo. In questo riassetto, ha aggiunto, dobbiamo tener conto dell’intero territorio e non si può pensare di mantenere quattro Province. La scelta più logica è farne due e comunque i progetti avanzati devono avere le gambe per camminare».
Tra i sostenitori dell’accorpamento tra Pescara e Chieti, «due territori senza soluzione di continuità”, c’è Enrico Marramiero, presidente dell’Unione degli Industriali, che ha chiesto di seguire come linee guida «la riduzione dei costi e l’efficientamento dei servizi». Della stessa idea Moreno Di Pietrantonio, capogruppo del Pd in Comune, che ritiene«irrealizzabile la proposta di Pastore» pur sapendo che la fusione con Chieti «può incontrare degli ostacoli».
Daniele Becci, presidente della Camera di Commercio, ha lasciato «ad altri la sintesi» ma ha osservato che «sul riordino si gioca il futuro dell’Abruzzo»e ha bocciato senza mezzi termini l’idea, lanciata stamani nella sala Tinozzi, di strappare a L’Aquila il ruolo di capoluogo di regione: «Il capoluogo è e resta L’Aquila».
L’obiettivo, ha spiegato Testa in apertura, è quello di «far prevalere il senso di responsabilità e non il campanilismo nella convinzione, però, che Pescara è il capoluogo economico dell’Abruzzo» ma «è utopistico pensare che si arrivi alla definizione di un progetto che metta tutti d’accordo – ha aggiunto Mascia – e poi tutto lascia presagire che ci sarà un riaffioramento di campanilismi sul territorio».
Testa, raccogliendo idee e suggerimenti di ciascuno, ha chiesto di rendere permanente il tavolo di oggi promuovendo delle riunioni mensili.
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