
Il flusso di pellegrini è continuo: fra tutti spicca Ivano M., che ti chiede un centesimo per mangiare. Con la sua borsetta a tracolla e i suoi modi sembra un prete, e invece è un laico. Usa quanto raccolto per comprare fogli e pennarelli. Ama disegnare. Un volto noto, soprattutto a Roma, visto che per quasi tutta la settimana, chiede l’elemosina davanti alla cattedrale di San Pietro. Ivano si muove solo per le celebrazioni religiose importanti, la prossima tappa è la festa di Santa Rosa a Viterbo. Per lui è la prima Perdonanza.
«Sono qui perché mi hanno detto a Roma che è una celebrazione importante e affollata. É vero, eppoi gli aquilani sono gentili». Insomma se Ivano è arrivato sotto la Porta Santa vuol dire che la Perdonanza è diventata davvero importante. All’interno della basilica è in corso la funzione, c’è una fila chilometrica per le confessioni, si contano una ventina di sacerdoti. All’opera anche i due arcivescovi dove c’è la fila più lunga, anche perché “Don Giuseppe” non guarda l’orologio nel confessionale. Il rettore della basilica, invece è al suo posto vicino all’acquasantiera, e guarda compiaciuto i devoti di Celestino.
Don Nunzio Spinelli, ne ha incontrati tanti, e ha sentito parlare anche di qualche miracolo contemporaneo. Dopo qualche reticenza racconta un paio di episodi: «Due anni fa una donna di Frosinone che non poteva camminare ha riferito di aver ricevuto il miracolo da San Celestino. Poi c’è la storia di una signora di Termoli malata di tumore che è inspiegabilmente guarita. Questi due racconti mi sono rimasti impressi, ma sai molti non vengono a raccontarti le proprie cose». Sono storie da prendere con le pinze, della serie non è vero ma ci credo. Non ci sono ex voto per Celestino, ma il santo è molto amato oltre che a L’Aquila, anche a Sulmona e nel Molise. Un dato confermato dalle presenze di tanti pellegrini giunti nelle 24 ore del giubileo soprattutto da questi luoghi.
La giovane mamma, Marianna Marcucci, è giunta infatti dalla città di Ovidio, per pregare e far passare per la prima volta attraverso la porta santa il figlioletto, Aurelio Pasqua, di un mese. Marianna cerca protezione per il nuovo nato, si rassicura varcando la porta del Perdono insieme al piccolo. Fuma, invece, accanto alla porta Santa Fabio Vitocco, aquilano disincantato, ma devoto a Celestino anche lui. Gli piace il via vai di pellegrini. «Mi sembra ci sia più gente quest’anno – dice – San Celestino ci aiuti a ricostruire presto questa città. Abbiamo bisogno di un miracolo». Fra le richieste al Papa santo al primo posto c’è la salute, poi la ricostruzione e il benessere dei figli e della famiglia. Lucilla Prugnoli, giovane insegnante aquilana, è arrivata sotto la porta con il proprio bimbo cercando di spiegargli che ai santi non si chiedono doni materiali, si prega e basta.
Sono tanti, invece coloro che davanti alla Porta esprimono desideri come se la porta Santa sia una sorta di porta magica. Questa è la seconda categoria di visitatori della porta durante il Giubileo di Celestino, per loro il passaggio è quasi un rito scaramantico, quasi equivalente al lancio di una monetina nella fontana di Trevi. Passano attraverso la porta Santa per tradizione, insomma, ma non per devozione. E guai ad uscire da dove si è entrati, porta davvero sfortuna.
Sempre per restare in tema, non si può non registrare, il piccolo “inferno” vissuto durante il mini giubileo dagli automobilisti che si aggiravano all’interno dell’ex ospedale psichiatrico come anime dannate in un girone dantesco non riuscendo a trovare la via d’uscita. Il traffico si è paralizzato per ore nella zona di Collemaggio. Qualcuno insomma ha rischiato di vanificare in pochi minuti tutti i benefici della confessione e della remissione dei peccati ottenuti con il passaggio attraverso il varco del Perdono. Unanime la richiesta dei pellegrini, ci vuole maggior regolamentazione nel flusso delle auto durante la Perdonanza.
A.Cal.