
Ci sono ancora i margini per riparare al pasticcio del concorsone per la ricostruzione. La Triplice cerca di mettere ordine chiedendo trasparenza e legalità. I sindacati chiedono in primis lo stesso trattamento Umbria attraverso la stabilizzazione di tutti i precari del cratere sismico, una operazione senza rischi. In subordine sarebbe necessaria una maxi proroga per tutti al fine di preparare con trasparenza e legittimità, il concorsone.
Fabio Frullo della Uil-fp Elvezio Sfarra Cisl, Dario Angelucci Cgil e Simone Tempesta Uil hanno ravvisato profili di comportamento anti-sindacale nelle modalità attuate finora per arrivare al bando del concorsone: saltata a piè pari la fase di concertazione, e le prassi legate a legge Brunetta ed esperimento delle procedure di mobilità. Procedure che, in particolare quest’ultima, potrebbero andare anche contro i precari perchè in linea teorica, con il ricorso alla mobilità, i posti disponibili potrebbero essere completamente erosi dai dipendenti che intendono far ricorso a questo istituto.
I sindacati lo sanno, perciò insistono sulla stabilizzazione. Su un punto sembra essere stato raggiunto un accordo con gli enti locali ed il governo: la concertazione si farà, ma a Roma. A questo punto però non è possibile prevedere una data di pubblicazione del bando. Frullo non ci sta inoltre ad avere la responsabilità di aver spaccato il fronte dei precari.«Il governo – sottolinea – aveva già deciso di prevedere pre selezioni per tutti. Ci aspettavamo che ci fossero state una serie di deroghe nel maxiemendamento, ma per la gerarchia delle fonti non è stato possibile». I sindacati accusano anche il governo di non aver contemplato nei profili i lavoratori del sociale che alla scadenza dell’emergenza torneranno a casa.
Quello che ci vuole è un piano industriale per tutte le amministrazioni coinvolte. Secondo i sindacati il ministero starebbe facendo dietrofront; Il ministro Fabrizio Barca sarebbe disposto a riflettere e
A.Cal.
BARCA,’BANDO IN ARRIVO’ – «Entro lunedì, ne sono certo, come già avvenuto per l’Aquila, le delibere di tutti i Comuni dell’area del cratere che delegano alla commissione interministeriale Ripam lo svolgimento della procedura concorsuale. A inizio settembre sarà quindi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando di concorso». Lo ha detto il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, in merito al completamento dei lavori di predisposizione del bando che, come previsto dai commi 5 e 6 dell’articolo 67 ter del D.L. 22 giugno 2012 numero 83 (Gestione ordinaria della ricostruzione), porterà nell’area del cratere aquilano all’assunzione di 300 unità di personale a tempo indeterminato, necessarie alla gestione ordinaria della ricostruzione.
CO.CO.CO. DEI COMUNI DEL CRATERE – Dopo i precari del Comune dell’Aquila e quelli delle strutture commissariali, anche i co.co.co. dei paesi del “cratere” vogliono far sentire la loro voce in vista dell’annunciato concorso bandito dal governo per l’assunzione di 300 persone da impiegare nella ricostruzione. «Non bisogna disperdere le professionalità di un esercito silenzioso e laborioso che fino a oggi ha garantito l’assistenza alla popolazione, l’esame delle pratiche della ricostruzione e l’affiancamento agli uffici tecnici comunali», hanno detto durante un incontro che si è tenuto ieri presso il centro aggregativo di Villa Sant’Angelo (L’Aquila). «I Comuni nei quali prestiamo servizio – hanno sottolineato – ospitano il 50% della popolazione residente nell’intero cratere. La preoccupazione principale, al di là del legittimo interesse alla tutela del posto di lavoro – hanno aggiunto – è che la ricostruzione dei centri storici subisco una brusca frenata proprio nel momento in cui molti Piani di ricostruzione sono giunti all’intesa o sono prossimi a farlo, e in cui il nuovo assetto della governance ristabilisce con maggior forza le responsabilità in capo agli enti locali e riafferma le prerogative dei Comuni nella pianificazione e programmazione ultra decennale della ricostruzione fisica, sociale ed economica dei paesi del cratere. È con queste finalità – concludono – che si chiede, in primis, la condivisione politica dei sindaci circa queste preoccupazioni, e si annuncia la convocazione di un incontro pubblico con gli stessi primi cittadini, con il governo, con i sindacati e i rappresentanti politici del territorio».