
di Ariale
Sono in un supermercato. . . giro cercando di fare in fretta perché stasera devo uscire. Come al solito vengo attirato dal reparto libri. In genere mi fermo, li apro, faccio una TAC. Oggi però non ho tempo per cui tiro dritto, ma non ce la faccio: un libro mi sta guardando malizioso. . . emette gridolini di richiamo come un gatto in calore che cerca preda. Faccio finta di non guardarlo mentre di sottecchi lo scruto. . . Quello, che è furbissimo, avverte la mia curiosità e mi salta in braccio. Leggo dietro i trofei da podio:
best seller dell’anno, milioni di copie già vendute nella prima settimana!
1° posto in classifica “New York Times”!
1° posto in classifica e-book sul “New York Times”!
1° posto in classifica sul “Sunday Time”!
1° posto in classifica su Amazon!
Insomma non è possibile non prenderlo: lo compero convinta anche perché la protagonista è quasi mia coetanea.
Torno al MAP (ccaasaaa), salto sul cane, faccio a gara con il gatto per il cuscino, mi nascondo in bagno e finalmente mi metto comoda.
Tacchi 12 cm sostituiti da pianelle di stoffa bucherellate, mi strappo gli orecchini l’orologio il bracciale e la collana, i capelli li tengo a forza da mollette, pantaloni slabrati che sostituiscono quelli stretti stretti, maglia informe bucata da sigaretta, cammino finalmente sciarpellando e mi preparo ad affrontare la serata.
Cena: mi prendo un vasetto per il colesterolo alto, poi quello che serve alle ossa così evito mi si rompa il femore prima degli 80 anni, poi quello che rafforza le difese, e poi siccome mi sono gonfiata come un palloncino mi sparo il Bifidus che dovrebbe aiutarmi a non volare. Però non mi sembra normale cenare così ma mi devo tenere in forma . . . devo competere con la protagonista del libro che ha beccato il Number One della piazza
Faccio fare le fusa al gatto Prrrrrrr Prrrrrrr, faccio pat – pat al cane che ricambia con infinito amore il salario minimo che gli ho contrattualizzato, mi stendo sul divano. . . non vedo l’ora di cominciare a leggere il best seller dell’anno. Ho circa due ore per riposarmi e rimettermi in sesto ed uscire con le mie amiche.
Oggi è giovedì.
Già a pag. 14 LO incontra. Bene bene, non perdiamo tempo inutilmente. . .
[i]“Giovanissimo e bello da morire. E’ alto, indossa un elegante completo grigio, una camicia bianca, una cravatta nera, ha una ribelle chioma biondo rame scuro e intensi, luminosi occhi grigi che mi scrutano con attenzione . . . uno degli uomini più ricchi del mondo. Perché quest’uomo ha un effetto così inquietante su di me? Sarà la sua bellezza travolgente? Il modo in cui si accarezza il labbro inferiore? Lui mi posa per un istante le mani sulla spalle facendomi sussultare. E’ davvero molto bello, potente, ricco, erotico. La cosa mi inquieta”[/i]
Divoro le pagine successive freneticamente . . . si rincontrano, LUI non ha fatto altro che pensarla. Mah! tutto sommato fino ad adesso è sconcertante nella banalità . . . però forse fra un po’ la storia vira. . . esce fuori il capolavoro letterario dell’anno.
Intanto si sta facendo tardi per cui comincio a prepararmi mentre in TV scorrono i titoli:
un povero uomo si è bruciato vivo perché era disoccupato
la Germania ci tiene in pugno e ci tratta da deficienti
per un pieno di benzina ci vuole una carriola di lingotti d’oro
i giovani sono tutti disoccupati
un musulmano ha massacrato la moglie perché si è tolta il velo
una donna impazzita si è buttata dalla finestra
hanno ucciso un mafioso su un lungomare
i parlamentari ancora non si riducono gli stipendi
l’evasione fiscale è alle stelle
ci stanno tritando
per adesso non ci ripigliamo
Spengo la tele: spirito di autoconservazione. Chiamo zia Luciana per sapere come sta . . . ha circa 70 anni e non va più in centro da tempo, ormai. Si meraviglia quando io esco e mi vedo con gli amici proprio lungo il corso. Mi dice: “ma se non c’è neanche un negozio, chiccaaa!? Mettici ‘na pezza a questo casino che c’è!”.
“Zia ma che dici? A parte che persone meravigliose hanno messe pezze colorate ovunque, anche sugli alberi . . . e poi ci sono bar, bar , bar, locali notturni, birrerie e un sacco di vita. La nostra è l’unica città al mondo in cui si esce solo con il calare della notte, come i vampiri: tutti con le tazze o le bottiglie in mano. Con le prime luci dell’alba scompare poi qualsiasi bipede e rimane un deserto con pezzi di vetro, tracce fisiologiche e pozzanghere rosse , non si sa se di vino o di bevute vampiresche di sangue, a testimoniare una vitalità di giorno impensabile. Ciao ziaaaa un bacioo”.
Posteggio alla Fontana Luminosa, anzi dentro la fontana Luminosa. . . tanto ormai. . .
Mi inoltro nel centro mentre un topone mi taglia la strada. Lo guardo con ribrezzo e mi chiedo se ha lo stesso grigio degli occhi del protagonista del libro che sto leggendo . . . Beh, ognuno ha la sua storia. . . a me gli unici occhi grigi che mi hanno mai guardato sono quelli di un topo. E se a L’Aquila si facesse la sagra del topone? penso animandomi. . . tanto. . . paese siamo diventati, città non siamo più. . . pretese e identità scomparse . . . . . . tutto sommato potremmo giocarcela questa idea della sagra, altro che Perdonanza vecchia come il cucco più di 700 anni!
Mi avvicino ad Alice che mi sta aspettando. . . ha gli occhi a goccia. . . è triste perché il suo uomo al compleanno le ha regalato un meraviglioso trapano nero. . . mah!
Penso ai regali del miliardario bellissimo, al suo odore di muschio, molto macho, di costosi cosmetici e all’odore di Gino quando smette di lavorare al cantiere e passa a prendere Alice con l’apetta. . . niente elicotteri e suite, champagne e marmi che la fortunata protagonista ha l’opportunità di vedere . . .
No Gigi la prende e la porta al MAP passando per strade sgarrupate e scenari inquietanti pieni di devastazione. Questo passa il convento.
Si avvicinano Francesca e Carlotta. Riconoscere chi vive al Progetto CASE o MAP è semplicissimo: al polpaccio ci sono tutte ecchimosi viola-blu. Sono i lividi di quando devi vestirti e sbatti con gli angoli dei letti . . . spazi troppo piccoli. L’altro giorno abbiamo fatto a gara: ho vinto. Ne avevo 15 e ho pagato da bere a tutti , sono stata proprio contenta.
Alice mi racconta, sottovoce e con tristezza che l’altro giorno il suo Gigi, siccome aveva bevuto, le ha menato. “Ma guarda” le dico “non capisci ? . . . dovresti essere contenta!!!
Queste sono le nuove pratiche sessuali che preludono al bondage. Ma almeno sei svenuta?”
“Ma che dici” fa lei inorridita “come svenuta?”
“Ma siiii, svenuta, quando il dolore si trasforma in tanto piacere da svenire:
ti fai appendere al soffitto come una mortadella di Campotosto o un prosciutto di Peppone . . . ti fai bendare gli occhi. . . e quello ti massacra di botte e se sei fortunata manco muori. . . Bello no? E se non ubbidisci punizioni. Ma sei provinciale! Non l’hai letto il best seller in cui Lei ancora non conosce uomo nella sua carne e accetta, con un miliardario dagli occhi grigi, bello da morire ed affascinante che le sbava dietro, delle performance contrattualizzate che prevedono bondage, corde, menate ed altri oggetti. Il tutto condito da sexi champagne, sexi elicotteri che vanno e vengono da Seattle, sexi suite, che te lo dico a fa’? con vedute planetarie e regali costosissimi . . . e lei che scopre che il dolore si trasforma in piaceri multipli. . . Altro che noi alla ricerca disperata ancora del punto G ormai punto X !!!? “ (Fra l’altro l’ultima teoria scientifica ha attestato ecograficamente il punto G su una donna di 80 anni. Cioe’??? E prima degli 80? Ma un navigatore satellitare ci potrebbe aiutare a trovarlo prima?)
Alice mi guarda e mi fa un po’ perplessa “Ma non è che tu e questa scrittrice avete bisogno di un aiutino, noo?. Ma ripiglietese”
Cambiamo discorso e ci facciamo un giro tutte insieme. Come sempre ci lamentiamo del fatto che ci conosciamo tutti. . . è difficile vedere un viso nuovo ed interessante. . . anche un luogo interessante a dirla tutta.
Assistiamo alla solita rissa, parliamo dello stupido per ore, ocheggiamo mentre ancheggiamo e poi ce ne torniamo a casa a mattino presto come ogni buon vampiro.
Solo che non ho sonno per cui riprendo il libro
Bla bla bla bla bla bla. . . . . . Guppela guppela guppela. . . . . . ah ah aha. . . . . . ma guarda guarda guarda. . . Boh boh boh… mah mah mah
Arrivo all’ultima pagina. L’ho finito. Prendo il book, mi metto uno scialletto sulle spalle, esco di casa, mi avvicino al cassonetto e ce lo butto dentro. Torno dentro, mi segno il nome dell’autrice per non rischiare di comperare gli altri 2 libri della serie, nonostante sia la prima in tutto, vendite, successo ed esplorazioni sessuali e mi domando sconcertata come possa succedere che una trama così banale possa diventare il caso letterario dell’anno. . . forse è la combinazione romanzo rosa con argomenti pepati?
A me sono venuti solo i nervi e mentre l’autrice si dilettava a spalmare per circa 548 pagg questa storia d’amore allucinante, mi veniva voglia di chiamarla e chiederle da quale furbo pianeta purtroppo è scesa fra noi.
Qui la vita è troppo dura e ci vuole ben altro per distrarci. . .
Miliardari non ci sono, occhi grigi neanche a parlarne se si escludono quelli del topo, elicotteri e champagne sono le apette e il vino deju Bosso, uomini belli ed affascinanti sono i tamarri in canottiera, noi fortunati manco siamo. . . per cui sai che ti dico?
Che mi basterebbe un uomo normale, pulito non sarebbe male, con il quale parlare dei riti di accoppiamento delle formiche e poi. . . chi sa. . . una formica tira l’altra . . . l’antico meraviglioso bacio a condire una serata semplice in una casa senza crepe con vere amiche, sentimenti sinceri, amore, senza corde, menate, bondage, dominatori, sottomesse e punizioni
Ecco questo per me non sarebbe niente male
Ma mica pretendo troppo no?
E poi se proprio dice male. . . mi accontenterei anche solo di una casa che non mi sfregi i polpacci quando tento di vestirmi. . .
Mando un sms sintetico e chiaro ad Alice: MOLLA IL TAMARRO. GUAI A CHI TE TOCCA, FRA’.
Ormai è giorno, mi faccio una doccia, una damigiana di caffè, esco e vado a lavorare.
Salgo in ufficio e mi presentano il mio nuovo capo. . . ottio ottio. . . me ne ero dimenticata oggi c’è il cambio della guardia!
Il Mister mi guarda. . . io lo riguardo. . .
[i]E’ alto, indossa un elegante completo grigio, una camicia bianca, una cravatta nera, ha una ribelle chioma biondo rame . . . [/i]
C’è uno schizzo di energia fra noi quando mi si avvicina. . . si leva con calma gli occhiali, mi guarda intrigante da morire… madonna!!! … è il fratello gemello di Ashton Kutcher . . .
L’ultima cosa che vedo prima di svenire, maledicendomi per le mutande vecchie che mi sono messa, sono due [i]“ luminosi occhi grigi che mi scrutano con attenzione. . . ” [/i] uguali, ma proprio uguali, al grigio di uno dei tanto topi che scorrazzano in centro. Però, avevo proprio indovinato!
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