I solisti aquilani alla cartiera del Vetoio

1 settembre 2012 | 17:59
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I solisti aquilani alla cartiera del Vetoio

E’ il Novecento protagonista del concerto che I Solisti Aquilani, diretti dal Maestro Vincenzo Mariozzi,  terranno alla Cartiera del Vetoio, domenica 2 settembre. A dare il via a questo viaggio musicale [i]Cinque pezzi per archi [/i]di Paul Hindemith, chiaro esempio di [i]Gebrauchsmusik[/i], musica d’uso, del tutto conseguente sia nei modi sia nei temi con la natura del musicista, insieme aperto al nuovo e permeato di sacro rispetto per la tradizione classica.

[i]I Cinque pezzi [/i]sono pensati per un’orchestra di giovani e denunciano esplicitamente intenzioni didattiche. La scrittura è mantenuta entro i limiti di una relativa facilità tecnica ma non rinuncia per questo alla varietà espressiva, secondo quella vena personalissima, inquieta, ribollente di idee, densa e sanguigna, che è tipica dello Hindemith di questo periodo. Seconda tappa con Gustav Mahler e il famosissimo[i] Adagio[/i] dalla Quinta Sinfonia.

Fu il regista Luchino Visconti a rendere popolare in Italia la musica di Mahler, nel 1971, utilizzando brani del grande compositore boemo di lingua tedesca come colonna sonora di una delle sue più note opere cinematografiche: [i]Morte a Venezia[/i].[i] Leitmotiv [/i]del film era l’[i]Adagietto[/i] della V Sinfonia mahleriana, un brano musicale dalla struggente e malinconica melodia (peraltro assai orecchiabile), che godette ben presto di grande notorietà anche presso il pubblico che ancora non conosceva o apprezzava Mahler.

E’ poi la volta della [i]Sonata per clarinetto e archi[/i], in prima esecuzione assoluta, composta da un figlio d’arte, Andrea Morricone, diplomatosi nel ’94 in composizione al Conservatorio di Santa Cecilia e nel 1996, presso il medesimo Conservatorio, in direzione d’orchestra sotto la guida di Bruno Aprea, allievo, inoltre, di Franco Donatoni e Azio Corghi.

Come in molti dei suoi recenti lavori, la composizione si apre con un’introduzione doppia. la prima, brevissima, a carattere misterioso, la seconda con l’enunciazione del primo tema esposto sulla polarità del pedale dei bassi .Il lavoro contrappuntistico e’ molto elaborato, qualità inerente ad ogni partitura protesa a valorizzare gli elementi melodici da essa contenuta. Ci sono infatti una serie di sottotemi che passano continuamente dall’orchestra al solista, in un crescendo generale di ritmo, intensità e dinamismo. La matinée in musica si chiude sulle note del [i]Concerto in re per orchestra d’archi[/i] che appartiene al periodo americano di Stravinskij. Fu infatti composto a Hollywood tra l’inizio del 1946 e l’agosto 1946,  su commissione di Paul Sacher che aveva chiesto al compositore di scrivere un pezzo per celebrare il ventesimo anniversario della Orchestra da Camera di Basilea. Con questa orchestra, della quale era fondatore e direttore, Sacher svolgeva una intensa opera di diffusione in favore della musica contemporanea, distinguendosi non soltanto come esecutore di qualità (era stato allievo di Felix Weingartner) ma anche come sensibile mecenate. Fra l’altro, questa commissione del direttore svizzero era la prima che provenisse a Stravinskij dall’Europa dopo oltre dodici anni. La prima esecuzione della partitura, nella cui dedica manoscritta in francese si legge “Dedié à la Basler Kammerorchester et son chef Paul Sacher”, avvenne a Basilea il 27 gennaio 1947, diretta da Sacher.