Chiude anche l’Hotel Centrale

3 settembre 2012 | 14:24
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Chiude anche l’Hotel Centrale

Sbirciando dalla porta a vetri serrata, si vedono a malapena, nel salone completamente buio, i costosi arredi fra cui le poltrone in raso rosso e i preziosi tappeti persiani. Nessuno sosta più in quel salotto dal primo maggio 2012, quando l’albergo, ristrutturato in tempo di record dopo il sisma, ha chiuso i battenti. Fino ad allora la struttura ricettiva ha ospitato gli sfollati del terremoto nelle sue 17 camere.

A prenderlo in fitto dalla società di gestione, era stato lo stesso soggetto giuridico che acquisì la proprietà dell’albergo Duca degli Abruzzi qualche anno prima del sisma e che lo ha trasformato da qualche mese in casa di cura per anziani. La società tuttavia ha deciso di lasciare la struttura alla scadenza del contratto, alla fine di aprile, concentrando le forze solo sul progetto del Duca degli Abruzzi.

«Sono stati tanti gli aquilani che ci hanno chiamato per chiederci le ragioni di questa decisione – spiega il direttore di Villa Duca degli Abruzzi, Mario Mazza – a questo punto direi a chiunque: perchè non lo gestite voi se siete capaci?». Del resto come dare torto ad un imprenditore che il 6 aprile 2009 ha perso decine di milioni di euro? La parte dell’ex Centro congressi è stata l’unica sopravvissuta al sisma. Completamente da demolire un’ala dell’albergo Duca e da ristrutturare un’altra parte.

«In tre anni non è arrivato un centesimo – spiega Mazza – ma io sono un imprenditore, devo andare avanti». Una filosofia che non si discosta molto dalla società di gestione originaria dell’Albergo Centrale che non sembra avere intenzione nell’immediato futuro di riaprire l’albergo né tantomeno il ristorante. A meno che non accada il miracolo. Del resto la società pur mantenendo chiuso l’albergo deve continuare a pagare la locazione alla proprietà dell’immobile, la famiglia Del Vecchio.

La chiusura dell’albergo centrale rappresenta dunque un altro paradosso del centro storico post sisma dove si continuano ad aprire pub con agibilità parziali, ma non si prendono in considerazione immobili agibili. Chi non vorrebbe riaprire l’albergo Centrale e il ristorante? Il problema è riempire le diciassette stanze. Occorrono flussi certi e regolari di ospiti prima che anche gli altri alberghi chiudano tutti. Non bastano gli sporadici visitatori del turismo business legato alla ricostruzione.

E qui entra in gioco l’amministrazione comunale e in particolare l’assessore comunale al Turismo Lelio De Santis che intenderebbe approcciare in maniera diversa questa delega da altri bistrattata. Mercoledì prossimo è in programma un’altra riunione con operatori e gestori per fare un piano strategico sul turismo. L’assessore è pronto a scommettere sul turismo religioso di cui l’Opera Pellegrinaggi con l’immenso movimento di fedeli è un partner fondamentale. In questo discorso si inserisce anche la Perdonanza celestiniana che secondo l’assessore De Santis non può essere gestita attraverso un comitato. Sarebbe necessaria invece l’individuazione di un soggetto giuridico che faccia fare alla manifestazione il salto di qualità.

Qualsiasi siano i progetti dell’amministrazione bisogna fare presto, prima che sia troppo tardi. La parabola dell’Albergo Centrale è un pericoloso precedente che potrebbe innescare un diabolico effetto domino fra gli altri operatori che coraggiosamente hanno riaperto in centro nel post sisma. A.Cal.