La roulette sui precari. ‘Les jeux sont faits, rien ne va plus’

4 settembre 2012 | 08:40
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La roulette sui precari. ‘Les jeux sont faits, rien ne va plus’

«Chi ha sbagliato avesse almeno l’umiltà di chiedere scusa…..senza se e senza ma». Tuona Peretti, segretario UGL regionale, apostrofando l’amministrazione comunale.

E mutua con disarmante superficialità uno slogan scandito e inventato dai movimenti pacifisti della sinistra contro la guerra nel Golfo, una locuzione di polso, potremmo definirla, usata nelle battaglie fatte contro tutte le guerre.

Ma una guerra, sciocca e senza costrutto, l’hanno armata ‘senza se e senza ma’, proprio loro. Loro che hanno inoculato il germe dell’odio fra i precari di questa città, operando una distinzione letale e disperdendo l’unica forza che quei ragazzi avevano presso il Governo: l’essere uniti nell’aver contribuito tutti al processo di ricostruzione dell’Aquila e dei Comuni del cratere. Tutti.

Una volta capito e visto, Peretti, l’oscuro angolo nel quale il necessario dietrofront del Governo lo aveva cacciato, ha magnanimamente consigliato al sindaco Cialente di utilizzare i precari della Ricostruzione che non risulteranno vincitori di concorso, nella gestione del Progetto C.A.S.E. e M.A.P.

Di ancora quanta superficialità e scarsa preparazione dovranno beneficiare i cittadini aquilani da parte delle classi dirigenti? Quante altre umiliazioni dovranno sopportare i lavoratori dell’Aquila, da parte di chi dovrebbe tutelare i loro diritti?

E’ noto che per gestire l’enormità del nuovo patrimonio edilizio, il Comune dell’Aquila dovrà intraprendere azioni mirate e trasparenti. L’affidamento di un servizio é possibile solo dopo un regolare bando e un relativo esperimento di gara pubblica. Lo dicono le leggi, Peretti, quelle che invochi da sempre, anche a sproposito.

I precari dovranno quindi, per legge, costituirsi in Società se vogliono concorrere (e sperare di) aggiudicarsi un posto di lavoro che, nella stragrande maggioranza dei casi, non corrisponde neanche al loro profilo professionale e all’esperienza maturata sin qui.

Precari, caro Peretti, professionalmente mortificati, e pure strumentalmente usati per sparigliare tutte le carte in ordine sull’ormai liso tappeto verde di questo concorso.

«Les jeux sont faits, rien ne va plus». Un buon croupier mette fine, con la solennità di questa frase, ad ogni calcolo di probabilità, è in grado di aprire o sbattere forte la porta dei sogni, assiste impassibile e benevolo al gesto apotropaico che é bene accompagni la scelta, indica quando è il momento di puntare. Con il coraggio del silenzio e dell’assunzione di responsabilità, senza se e senza ma.

Madama Margherita

UIL FPL, I RICORSI SVUOTERANNO GLI UFFICI, BLOCCHERANNO LE PRATICHE E PENALIZZERANNO I CITTADINI – «L’avventura del “concorsone”, vero e proprio “colpo di genio” ideato dal Governo, rischia di essere la vicenda più triste e pericolosa del dopo terremoto. A rischio, infatti, non c’è solamente la tutela dei livelli occupazionali di questa città, che sicuramente non brilla per opportunità lavorative, ma anche la stessa ricostruzione che rischia di essere paralizzata da una procedura che, come ormai tutti hanno capito, sarà inficiata dagli inevitabili ricorsi amministrativi. Infatti, le procedure concorsuali devono rispettare tutte le norme di riferimento, dalla Costituzione alla concertazione sindacale, dalla cd. “riforma Brunetta” alla mobilità obbligatoria e la loro inadempienza può portare anche alla nullità di diritto del concorso. Punti caratterizzanti che invece di essere onorati sono stati volutamente elusi. I ritardi sulla pubblicazione del bando, che doveva esserci prima il 14 agosto, poi il 28 agosto, poi ancora il 4 settembre e oggi tra 15 giorni, la dicono lunga sui punti deboli della procedura. E allora, dal 1 gennaio 2013, avremo una situazione drammatica visto che i precari avranno visto in quella data il contratto scaduto e la procedura concorsuale bloccata dai tanti ricorsi o, nel migliore dei casi, ancora non conclusa con una conseguenza reale e cioè che nessuno più potrà portare avanti le pratiche della ricostruzione. Il Comune dell’Aquila e quelli del cratere rischiano allora la paralisi totale che difficilmente potrà essere evitata con le parole rassicuranti di qualche ministro che appaiono come delle vere e proprie dichiarazioni d’inconsapevolezza. Il futuro della città andava garantito anche attraverso la continuità occupazionale del precariato perché, così come si è pensato di provare una procedura “in deroga” alla legge, si sarebbero potute trovare soluzioni legittime che avrebbero garantito la permanenza delle attuali forze lavorative, così come si è fatto in situazioni analoghe a quelle dell’Aquila. Un vero e proprio pasticcio istituzionale nel quale tutte le forze di governo hanno una parte di responsabilità e che rischia di creare un dramma senza precedenti non solamente per il futuro dei tanti lavoratori precari ma anche per una città che, economicamente e socialmente, stenta ancora a ripartire. Si pensi allora a una proposta, Nuova e Forte che sia in grado di dare risposte vere ai lavoratori e all’intera città e non si assecondino scelte sbagliate in partenza, questo è il principale compito della politica».

CISL, ‘AUMENTARE I POSTI DEL CONCORSONE’ – «La Cisl è contraria a perdere un’occasione di avviamento al lavoro stabile, che un concorso pubblico può rappresentare per molti giovani aquilani. Per questo, vanno aumentati i posti disponibili nell’ambito del concorsone, che cade in un momento di particolare emergenza, in una provincia piegata dal sisma del 6 aprile 2009. All’interno di questo discorso è giusta la richiesta di tutela da parte di chi già ha operato negli uffici della ricostruzione ed, in particolare, di chi ha già sostenuto prove selettive per l’avviamento al lavoro. Anche in relazione a questo discorso occorrerebbe fare massima chiarezza poiché tutti sanno che esiste personale precario, all’interno del comune dell’Aquila, che svolge il proprio servizio da più di dieci anni. La tutela prevista dal concorsone nei confronti dei precari, ovvero la riserva del 50 per cento dei posti messi a concorso non garantisce l’intero numero degli stessi. E’ evidente che il concorso, così come strutturato attualmente, ha questo punto di caduta. Nel passaggio previsto a breve, con il ministro Barca, lo sforzo della parti sociali dovrà essere quello di tentare una modifica al concorso e un aumento del numero dei posti disponibili, che garantisca i precari e consenta, nello stesso tempo, a nuove professionalità l’accesso al mondo del lavoro. In un Paese dove il problema della disoccupazione giovanile è marcato e dove non mancano tanti neolaureati professionalmente validi, va data la possibilità, a chi finora non l’ha avuta, di cimentarsi in una prima esperienza nel panorama lavorativo. Il punteggio da assegnare al personale già operante nell’amministrazione comunale rappresenta di per sé una prima tutela, che ovviamente non può essere sufficiente anche se va sottolineato che il concorsone deve costituire un’occasione per tutti coloro che, avendo le giuste caratteristiche, possono accedere in modo stabile al mondo del lavoro. Va aperta una discussione sulla situazione complessiva della emergenza post-terremoto che, per essere adeguatamente affrontata, necessita di uno  sforzo maggiore e di una gestione chiara e trasparente della ricostruzione».

FP CGIL, ‘POLEMICHE NON AIUTANO’ – «Le polemiche sul concorsone di questi giorni non ci aiutano a difendere la possibilità concreta di stabilizzare l’occupazione presso il Comune dell’Aquila e nel resto del cratere sismico». Così, in una nota, il segretario generale

Dario Angelucci.

«Abbiamo chiesto al Comune dell’Aquila, in particolare, un confronto sulle modalità di riorganizzazione della macchina amministrativa, perché il cosiddetto concorsone non basta a risolvere tutti i problemi dell’ente. L’obiettivo deve essere superare il precariato e allo stesso tempo valorizzare l’impegno del personale già dipendente. Come CGIL abbiamo sempre sostenuto il superamento della fase commissariale e il passaggio dei poteri agli enti locali, ma allo stesso tempo abbiamo sempre affermato la necessità di dotare gli stessi enti locali dei mezzi e del personale indispensabili a governare la ricostruzione.

Dal nostro punto di vista il governo Monti non è stato assolutamente generoso con gli enti terremotati visto che finora, in presenza anche delle strutture commissariali, il solo Comune dell’Aquila ha utilizzato 237 lavoratori precari in tutti i settori, mentre con il ritorno ai poteri ordinari lo stesso governo ritiene che 128 unità siano sufficienti. Inoltre si prevede una riserva del 50% a favore di chi lavora già nell’ente, con il risultato che soltanto un precario su quattro potrà beneficiare dei posti riservati. Il sindacato dunque non può considerare chiusa la partita dei numeri solo con l’espletamento del concorsone e dovrà gettare da subito le basi per un confronto ai vari livelli istituzionali, con l’obiettivo di dare una risposta a tutti i lavoratori fino ad oggi impegnati nella ricostruzione.

In questi giorni tra l’altro si è sviluppato un dibattito sulla necessità di occuparsi non soltanto della ricostruzione fisica del cratere ma anche di quella sociale, un obiettivo che riteniamo fondamentale e verso il quale auspichiamo un’attenzione particolare (che fino ad oggi è mancata) da parte del governo.

Nel ribadire la necessità di garantire la legittimità degli atti e la trasparenza delle procedure per le selezioni, riteniamo che il confronto che la Funzione Pubblica CGIL chiede agli enti locali debba affrontare il tema della riorganizzazione complessiva degli stessi enti, affinché siano in grado di rispondere alla sfida epocale che tutti abbiamo di fronte.

La FP CGIL in conclusione auspica che tutti i soggetti abbiano la capacità di mettere fine alle polemiche (che rischiano tra l’altro di bloccare o ritardare i concorsi), avviando una fase di concertazione necessaria ad affrontare tutti i problemi in campo e quelli che si presenteranno nel futuro».

UGL,’DA CONCORSO E ZONA FRANCA DEVE RIPARTIRE L’AQUILA’ – Peretti torna sull’argomento concorsone: «In uno scenario globale preoccupante, la realtà aquilana deve aggrapparsi a due certezze che nessun posto del Paese ad oggi ha. Mentre mi accingo a partecipare ad una importante riunione della Consulta del Patto per lo Sviluppo per l’Abruzzo (venerdì prossimo) nella quale si dovranno stabilire iniziative straordinarie e concrete per affrontare un autunno difficilissimo per la nostra regione, rifletto sulle opportunità che L’Aquila ha e deve cogliere senza tentennamenti.

Un concorso pubblico che, grazie al Governo, farà ottenere 300 posti stabili è un’occasione unica in un contesto nazionale difficilissimo. Fermo restando che è sacrosanto tutelare i precari in ogni modo ed in tutte le forme consentite dalla legge, appare irresponsabile e retrograda la posizione di coloro che, magari per giustificare promesse che non possono mantenere, ipotizzano ora scenari catastrofici arrivando a minacciare che, qualora ci fossero ricorsi, si arriverebbe persino al blocco della ricostruzione. Il buon senso ci porta a pensare che, se dovessero esserci ritardi nell’espletamento del concorso, la proroga temporanea per coloro che attualmente operano negli uffici della ricostruzione sarebbe cosa naturale.

I 90 milioni per le piccole imprese ottenuti grazie alla Zona Franca, o de minimis che dir si voglia, rappresentano un’altra importantissima opportunità che in Italia nessun altro comune ha.

Sarebbe opportuno che il Sindaco Cialente, che ci sembra distratto negli ultimi giorni in questioni minimali e che poco interessano alla totalità degli aquilani, si adoperasse fattivamente a spiegare i contenuti di questo importantissimo provvedimento.

Il futuro dipende da noi, crediamoci».