
Anche se non è più seduto in Consiglio comunale Enzo Lombardi, in virtù del suo passato da sindaco e quasi decano della politica aquilana, parla e accusa. Il suo [i]target[/i] è il sindaco Massimo Cialente e l’attuale amministrazione, ovviamente.
Mette così in un unico calderone le mille risposte alle tante frecciatine ricevute in pillole negli ultimi mesi e poi lancia una granata: «Che fine hanno fatto i 3 milioni di euro che la legge 77 destinava all’Accademia dell’Immagine – chiede Lombardi –, Istituto che aveva circa 3 milioni di debiti. Con la dotazione della legge sul terremoto l’ateneo del cinema avrebbe dovuto riprendere le lezioni, perché è tutto fermo?».
Poi in relazione ai danni della politica in termini di esuberi nelle spa annuncia che a breve depositerà un [i]dossier[/i] sulla vita politica della città negli anni ’90. «Si tratta del decennio in cui sono cominciate le storture che hanno portato la città verso il baratro in cui è finita, terremoto a parte. É il periodo che abbraccia tre sindaci: il commissario Marisa Baldoni e i sindaci Antonio Centi (centro sinistra) e Biagio Tempesta (centro destra)».
Una contromossa di risposta probabilmente alla richiesta di commissione di indagine invocata dal sindaco Massimo Cialente sulle spa comunali. Lombardi poi respinge le accuse fatte alla V commissione di cui lo stesso era presidente. «Ci saremmo riuniti troppo – ironizza –. Forse il sindaco dimentica che nella passata legislatura, dopo il sisma del 2009, sono stati portati solo 25 provvedimenti sulla ricostruzione, tutti proposti dalla nostra commissione e tutti approvati».
A spendere troppo sono tutti i monogruppo inutili nelle commissioni, rilancia Lombardi.
Infine una chicca che dimostrerebbe come vanno le cose al Comune dell’Aquila: «Nel decreto di nomina delle commissioni, le divisioni proporzionali dei commissari in ogni commissione per gruppo vengono effettuate su una base di 33 consiglieri anziché 32 che è il numero giusto. Si tratta di un errore materiale che creerà non pochi problemi in termini di presenze e espressioni dei voti. Se il conteggio è stato fatto comprendendo il sindaco non poteva essere fatto perché il primo cittadino non può essere componente nelle commissioni consiliari».