
di Tiziana Pasetti
Soave e delicato esordio, quello di Karen Thompson Walker con [i]L’età dei miracoli[/i] (Mondadori).
Julia è alle prese con un grande trauma, il passaggio dall’età infantile a quell’adolescenza muta e indecorosa che ti coglie di sorpresa così, da un momento all’altro.
“[i]Era un passaggio duro, quello dall’infanzia alla vita successiva. E come ogni altro viaggio difficile, non tutto sopravvisse[/i]”.
E da un momento all’altro, un sabato mattina, impazzisce pure la Terra. O forse entra in una nuova fase di crescita anche lei, chissà. I giorni si allungano, e così le notti. Il Tempo scandito dal ticchettare degli orologi resta una convenzione organizzativa dissonante. I tramonti sono le nuove albe e a mezzogiorno il buio è pesto.
“[i]Più tardi avrei ripensato a quei primi giorni come al momento in cui tutti noi, come genere umano, imparammo che finora ci eravamo preoccupati delle cose sbagliate. Non è mai ciò di cui ti preoccupi che alla fine accade. Le vere catastrofi sono sempre diverse – sono quelle che non immaginiamo, per cui non siamo preparati, quelle sconosciute[/i]”.
Romanzo di formazione maturo, trama ben congegnata, splendida analogia tra le trasformazioni interiori di chi cresce (ma ti sembra di morire) e quelle del pianeta (tradimento o evoluzione? Difficile accettare che l’uomo e i suoi progetti siano come fantasmi o come le inutili formiche che schiacciamo distratti, che le ere geologiche non tengano conto di civiltà e ‘progresso’ umano).
Rallenta la Terra, cambiano le dinamiche umane.
“[i]Mi sembra adesso che il rallentamento avesse innescato anche altri cambiamenti meno evidenti all’inizio, ma più profondi. Alterò certe traiettorie meno percettibili: i percorsi delle amicizie, per esempio, i sentieri verso l’amore, e lontano da esso. Dopo il rallentamento, ogni azione richiedeva un po’ più forza di prima. Avevamo tutti un po’ più di tempo per decidere cosa non fare. E chi sa a quale velocità può viaggiare un ripensamento? Chi ha mai misurato la velocità esatta del rimpianto? Ma la nuova forza di gravità non bastava a superare l’attrazione di certe altre forze, più potenti e meno note – nessuna legge della fisica può spiegare il desiderio[/i]”.
E mentre la California si desertifica e l’oceano si ritira, anche dalla vita di Julia scompaiono certezze. La migliore amica di sempre smette di esserlo. Il nonno muore. La mamma si ammala. Il papà si allontana, forse preso dalla passione per Sylvia, l’insegnante di pianoforte che vive di fronte.
“[i]Era la prima volta che la notavo, l’inevitabile distanza tra l’essere padre e l’essere uomo. Lì in piedi c’era un uomo frustrato. L’amore si logora, gli esseri umani falliscono, il tempo passa, le epoche falliscono[/i]”.
Unica bussola senza più Nord per tentare di navigare a vista, gli insegnamenti dei professori rimasti:
“[i]L’unica cosa che devi fare nella vita è morire. Tutto il resto è una scelta[/i]”, sostiene la Pinksy; e la convinzione di Jensen, anche, che “[i]da qualche parte esisteva un insieme di universi paralleli, irraggiungibile ma reale, dove ogni possibilità si realizzava: ciò che non accadeva qui accadeva da qualche altra parte, ciascuna alternativa si rivelava in un universo distinto[/i]”.
Sembra di vederla, Julia, ancora un bocciolo gonfio e sgraziato, così bella, se a guardarla sei tu, con tutti gli anni che hai messo a separarti da quell’urlo soffocato, esistenziale. La vedi quando poi alla fine il papà torna, vedi lo sguardo mutato:
“[i]Immagino che scegliere lo status quo richieda un certo coraggio. C’è una certa audacia nell’inazione. Alcuni dicono che l’amore sia il più dolce dei sentimenti, la forma più pura della gioia, ma non è vero: non è l’amore, è il sollievo[/i]”.
Sembra di vederla Julia. Soprattutto sembra di vederla insieme a Seth Moreno, il primo amore, una grande amicizia, un dolore grande, l’impronta della vita. Una carezza.
Si piange, e tanto. Si pensa. Si ricorda. E si ringrazia il cielo. Perché continuano a nascere persone che sanno immaginare mondi e raccontare, bene, grandi storie.
Leggete questo bel libro.
[i]
[url”Professione #hashtagger “]http://ilcapoluogo.globalist.it/blogger/Tiziana%20Pasetti[/url][/i]
tpasetti@gmail.com