
Su invito della commissione Ambiente della Provincia, L’Aquila ha ospitato ieri un incontro sulla questione Snam tra i comitati cittadini per l’ambiente e i componenti la commissione. Alla riunione, presieduta dal vicepresidente della commissione, Enio Mastrangioli, ha preso parte anche l’avvocato della Provincia Pierfranco De Nicola, mentre la delegazione dei comitati era composta, tra gli altri, dal portavoce Mario Pizzola e dall’avvocato Chiara Maiorano.
I comitati hanno manifestato «la loro profonda delusione per la totale passività dell’amministrazione provinciale in merito alla questione del metanodotto e della centrale di compressione che la Snam intende realizzare a Sulmona». Infatti, spiegano i portavoce dei comitati per l’ambiente «nessuno degli impegni presi, con la risoluzione approvata alla unanimità dal Consiglio provinciale il 29 settembre 2011 è stato onorato: né il ricorso al Tar, né le iniziative nei confronti della Regione per l’approvazione della legge antigasdotto, né quelle nei riguardi del Governo nazionale per l’istituzione di un tavolo per l’alternativa di tracciato, né lo studio della qualità dell’aria nella Valle Peligna e neppure l’espressione di pareri di contrarietà all’opera, sotto il profilo tecnico».
I comitati hanno evidenziato, inoltre, «l’assurdità della doppia posizione portata a Roma il 10 maggio scorso dalla Provincia, attraverso la vicepresidente Antonella Di Nino: di dissenso sotto l’aspetto politico, ma nello stesso tempo di non contrarietà dell’opera alle norme urbanistiche sul piano tecnico per quanto concerne il metanodotto, mentre sulla centrale gli uffici non si sarebbero espressi».
L’avvocato della Provincia, Pierfranco De Nicola, secondo quanto riferiscono i comitati in una nota, avrebbe «giustificato il mancato ricorso al Tar e le mancate iniziative sul piano legale con il fatto che, secondo il dirigente del settore urbanistica e territorio Francesco Bonanni, non sarebbero emerse, dall’esame del progetto Snam, particolari criticità». Tale valutazione, rilevano i comitati, «è però contraddetta dalla segnalazione che lo stesso avvocato ha fatto al presidente Del Corvo definendo la questione di rilevante interesse strategico per l’ente».
Il portavoce dei comitati, Mario Pizzola, ha sottolineato che «è inconcepibile che la Provincia si chiami fuori da questa lotta, dal momento che proprio la Provincia dell’Aquila è l’ente maggiormente interessato dall’attraversamento del metanodotto Sulmona-Foligno, con ben 103 chilometri su 168 e 20 Comuni su 28; inoltre è un territorio a forte rischio sismico, già tragicamente colpito dal terremoto del 6 aprile 2009, ed è il cuore del sistema dei parchi, con tre parchi nazionali, un parco regionale e diverse riserve naturali e zone protette».
L’avvocato dei comitati, Chiara Maiorano, ha giudicato «insostenibile, sul piano giuridico, la tesi portata nell’incontro di Roma dalla Regione Abruzzo, e sostanzialmente avallata anche dalla Provincia e dal Comune di Sulmona, secondo cui il metanodotto e la centrale di compressione sarebbero opere di urbanizzazione e quindi non necessiterebbero di conformità urbanistica». «La normativa nazionale – sottolineano i comitati in una nota – attribuisce la qualifica di opere di urbanizzazione solo alle “reti di distribuzione” e non alle “reti di trasporto”, nelle quali rientrano i metanodotti nazionali. Diversamente si arriverebbe alla paradossale conclusione che un’opera che è stata sottoposta per 5 anni alla valutazione di impatto ambientale (Via) nazionale e che necessita dell’intesa Stato-Regione, potrebbe essere realizzata con la semplice dichiarazione di inizio di attività (Dia)» . «A fugare ogni dubbio – ha concluso l’avvocato Maiorano – è il testo unico in materia edilizia il quale stabilisce che, per questo tipo di opere, occorre comunque il permesso di costruire. Quindi il parere di compatibilità urbanistica e di conformità urbanistica è proprio necessario».
I Comitati auspicano che la Provincia «riveda la sua posizione ed esprima, nei confronti del Governo nazionale, una chiara contrarietà all’opera sia sul piano politico che, soprattutto, sotto il profilo tecnico. Diversamente i Comitati si riservano ogni possibile iniziativa di contrasto, anche sul piano legale, contro posizioni che danneggiano fortemente i legittimi diritti dei cittadini ed espongono il territorio della Provincia ad enormi danni e rischi».
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