‘Stop alla caccia’, Verdi lanciano petizione

15 settembre 2012 | 12:45
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‘Stop alla caccia’, Verdi lanciano petizione

Immediata sospensione della stagione venatoria e «abolizione totale della caccia in Italia in quanto pratica barbara e anacronistica». Questo il senso della petizione popolare lanciata dai Verdi in concomitanza con l’apertura ufficiale della stagione, domani 16 settembre.

Con una lettera indirizzata ai presidenti del Senato e della Camera dei deputati, oltre che a tutti i gruppi parlamentari, i Verdi con la petizione parlano anche di «proclamazione dello stato di calamità naturale». Se ne capisce il perché guardando al claim della campagna: ‘Ad agosto mi hanno bruciato la casa ed ora mi sparano… prova a metterti nelle mie penne‘; sullo sfondo una foto in cui è raffigurato un uccello dallo sguardo confuso.

Nella lettera di cui si compone la petizione la caccia viene definita come «una forma di violenza e prevaricazione nei confronti di milioni di animali selvatici». Inoltre si ricorda che per esempio «ai cacciatori è consentito entrare senza permesso nelle proprietà private»; che «il 79% degli italiani é nettamente contrario»; e che c’é una procedura di infrazione comunitaria che «prevede, quale estrema azione, sanzioni che possono arrivare a 300.000 euro al giorno». Infine per questa stagione si fa presente come «la situazione sia aggravata a causa della lunga siccità e degli incendi».

Mentre gli ambientalisti promettono battaglia il presidente dell’Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, denuncia «20 anni di doloso boicottaggio politico e associativo alla legge sulla caccia» e difende i cacciatori invitandoli a «non arrendersi». «La caccia c’é in tutto mondo e ci sarà sempre, anche in Italia – conclude – malgrado i ‘cacciatori di voti’ per i molteplici ‘partiti verdi’, che da una vita cercano poltrone nelle istituzioni agitandosi per referendum abolizionisti».

Dal Corpo forestale dello Stato arriva invece un appello affinché si presti «attenzione al rispetto delle regole importanti per la sicurezza». Claudio Marrucci, responsabile del nucleo investigativo antibracconaggio della Forestale ricorda che «la complessa normativa deve essere conosciuta in modo approfondito da tutti i cacciatori e anche da chi vive ed opera in campagna»; questo per «garantire non solo la compatibilità tra la caccia e l’ambiente naturale, ma soprattutto quello di tutelare l’incolumità degli uomini».

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