
Il 95% del bilancio dell’Unione europea è destinato direttamente e indirettamente alle istituzioni che sono sul territorio. È il dato emerso dalla sessione plenaria del vertice dell’Are sulla crisi e sul ruolo delle regioni nell’ambito economico dell’Unione europea.
Il dato di bilancio rende ancora più forte e penetrante l’azione delle regioni in ambito europeo nel quale chiedono di contare di più. «È la sfida che lanciamo – ha detto il presidente della regione Abruzzo Gianni Chiodi – cioè la capacità delle regioni di misurarsi con la crisi in modo da pensare e sviluppare strategia di uscita in grado di poter essere recepite dalla Commissione europea».
«In questo senso – continua – proprio il confronto con le regioni diventa essenziale da parte delle istituzioni europee perché sono le istituzioni che più di tutte hanno il polso della situazione e che più di tutte governano i processi di sviluppo».
Il senso e il valore dell’azione delle regioni sono stati sottolineati anche dal presidente dell’Are, Michelle Sabban. «Il vertice di Pescara – ha detto la presidente – è destinato a fare strada e ad avviare una nuova stagione di confronto delle regioni europee verso le quali il Commissario Barroso si è sempre mostrato sensibile. E questo perché in Europa le regioni sono molto più europeiste di alcuni Stati membri», non ha mancato di sottolineare la presidente dell’Are Michelle Sabban.
Anche il governo nazionale è attento alle dinamiche che si muovono tra le istituzioni europee e le regioni. «Essere qui in questo importante summit – ha detto il sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento Antonio Malaschini – conferma l’attenzione che il governo vuole riservare alle realtà regionali». Sull’importanza politica e strategica di un’alleanza tra le regioni e la Commissione europea ha parlato anche Patrizio Fiorilli, portavoce del commissario Ue al Bilancio, Janusz Lewandowsky. «Abbiamo bisogno dell’appoggio delle regioni – ha detto Fiorilli – non foss’altro perché sui bilanci regionali transita gran parte delle risorse del bilancio Ue».
Su questo fronte, confortanti i dati sul controllo della spese, se è vero, ha detto Fiorilli, «che la Corte dei Coni europea ha certificato come corretta il 95% della spesa effettuate dalle autonomie locali». Con questi numeri, dunque, il rapporto tra Regioni e Commissione europea è destinato a crescere e a consolidarsi e il vertice di Pescara non ha fatto altro che aprire questa strada destinata ad allargarsi nei prossimi vertici di Varsavia e Parigi.
PAGANO: (CALRE), REGIONALISMO E’ IN CRISI: «A causa della crisi economica e finanziaria, il regionalismo ha subito un forte ridimensionamento, che ha difatti rappresentato un arretramento rispetto al Trattato di Lisbona». Lo ha sostenuto il Presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, nonché Vice Presidente della Calre (Conferenza delle Assemblee legislative regionali europee), che questa mattina è intervento ai lavori del convegno dell’Associazioni delle Regioni europee (Are), in fase di svolgimento a Pescara.
«In questo nuovo contesto – ha osservato ancora Pagano – gli Stati membri dell’Unione Europea hanno riacquistato un ruolo centrale. Un ruolo che ha ridotto l’autonomia delle regioni; pensiamo, ad esempio, ai provvedimenti legati alla riduzione del debito pubblico. Per superare questa crisi economica – aggiunge ancora Pagano – è fondamentale favorire, invece, efficaci politiche di coesione tra le regioni europee, coniugando anche il Fiscal Compact, come metodo attivo per avviare la crescita dei territori».
Il Presidente Pagano ha poi messo in evidenzia come l’Abruzzo sia diventata negli ultimi due anni la capitale dell’Europa: «Questa iniziativa, che segue le altre organizzate negli ultimi due anni dal Consiglio regionale, hanno aiutato la nostra regione a uscire dal cono di invisibilità che noi scontavamo a livello europeo. Oggi, l’Abruzzo è una delle poche regioni protagoniste sul palcoscenico europeo: non solo esistiamo – conclude Pagano – ma avviamo iniziative e produciamo un lobbying istituzionale senza nessun atteggiamento remissivo».
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