
Alla faccia delle sbandierate priorità, non c’è un euro nelle casse del Comune. «Questo perché – ha spiegato a chiare lettere l’assessore alla Ricostruzione, Pietro di Stefano – il commissario straordinario non ha trasferito le somme e noi in questo momento non possiamo disporre di risorse finchè il governo non ci trasferirà la contabilità speciale per la ricostruzione. Non si può pensare di far partire i cantieri del centro legando gli interventi al bilancio dell’Ente, sarebbe una follia».
Senza soldi, dunque non è possibile far partire materialmente i cantieri, altrimenti si andrebbe incontro a pesanti azioni legali da parte delle ditte al lavoro. Ecco perché il crono programma della ricostruzione del comune dell’Aquila non può che essere subordinato ad alcune variabili, prima fra tutte la liquidità e l’esame dei progetti.
Un altro pesante nodo da sciogliere visto che l’arduo compito toccherebbe all’ufficio speciale che non è ancora nato. Gli elaboratori del centro presentati a decine al Comune non possono essere esaminati dalla filiera in base alla convenzione stilata dal commissario in uscita con i tre soggetti: Fintecna, Reluiss e Cineas che opereranno fino a dicembre. Una convenzione da rivedere per Di Stefano e che non può avere come controparte il commissario che non c’è più. In sede di revisione, Di Stefano chiede che la filiera possa esaminare nelle more anche i progetti del centro storico, anche se deve smaltire ancora molti progetti della periferia.
E’ necessario inoltre accelerare il più possibile per la costituzione dell’ufficio speciale che dovrebbe fisicamente trovare spazio secondo l’assessore al piano terra degli uffici di Via Avezzano che ospitano il dipartimento per la Ricostruzione. Occorrono però circa 160 mila euro per completare i locali. Insomma l’auspicio è che il ministro Barca faccia in fretta a scegliere il manager dell’ufficio cui toccherà la scelta dei 25 addetti a tempo determinato (su 50 totali).
In attesa si potrebbe mettere al lavoro anche qualche dipendente dell’Ucr. Tornando alla questione della priorità, Di Stefano crede che la prima zona definitivamente ricostruita sarà quella del quadrilatero San Bernardino, scuola De Amicis, Liceo Scientifico, Teatro comunale. Invita inoltre l’amministrazione provinciale ad accelerare i tempi sulla ricostruzione dell’edificio della ex biblioteca provinciale (liceo Classico) che darebbe modo di riqualificare anche tutta l’area dei portici di corso Vittorio Emanuele.
In relazione all’elenco delle priorità stabilito dalla direzione regionale Beni culturali, di Stefano evita la polemica. «Ogni opera pubblica ha un effetto traino anche per la ricostruzione privata dunque ben venga». Sul fronte dei monumenti da restaurare, oltre a quelli già in corso sono state individuate alcune delle chiese capo quarto tranne inspiegabilmente quella di Santa Giusta. Uno dei gioielli più belli della nostra città. A.Cal.
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