
Con la seconda parte della requisitoria, affidata oggi al pubblico ministero Roberta D’Avolio, è ripresa all’Aquila l’udienza del processo alla commissione Grandi Rischi, cominciata ieri con la maxi requisitoria dell’altro pm, Fabio Picuti.
Ieri è stato sviscerato il comportamento dei sette imputati per omicidio colposo e disastro colposo, componenti nel 2009 dell’organo consultivo della presidenza del Consiglio; oggi l’accusa sta parlando del nesso causale tra le presunte rassicurazioni della Commissione Grandi Rischi e il comportamento degli aquilani la notte tra il 5 ed il 6 aprile 2009, quelle stesse persone che poi hanno perso la vita nei crolli determinati dal sisma. Un nesso che «riteniamo sia provato», ha detto il pm.
PM CHIEDE 4 ANNI PER TUTTI IMPUTATI
– Quattro anni di reclusione con l’accusa di omicidio colposo, disastro e lesioni gravi per i sette imputati del processo alla Commissione Grandi Rischi che, secondo l’accusa, il 30 marzo del 2009, cinque giorni prima del tragico terremoto che provocò la morte di 309 persone, rassicurarono gli aquilani inducendoli a non prendere la precauzione di uscire fuori da casa dopo una scossa forte. E’ questa la richiesta del pubblico ministero, Fabio Picuti, formulata al termine di una lunga requisitoria. Sulla trentina di casi denunciati il pm ha chiesto l’assoluzione dei sette imputati per sette di essi, non avendo trovato nel corso delle indagini prove a carico degli imputati.
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