Tso in aumento, è allarme sociale

25 settembre 2012 | 17:45
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Tso in aumento, è allarme sociale

Aumentano in maniera esponenziale in città i trattamenti sanitari obbligatori (Tso) la cui competenza è del sindaco. Proprio in occasione della visita dei due ministri: Ornaghi e Barca, Massimo Cialente è stato raggiunto da un vigile urbano per la firma di un Tso, uno de tanti. «Ne firmo in media cinque o sei al mese, fra rinnovi o nuovi trattamenti – ha spiegato il sindaco – Il trend è aumentato moltissimo rispetto al periodo ante-sisma». Della situazione che ormai ha assunto i contorni di un vero allarme sociale, il sindaco ha informato anche il ministro Barca, anche alla luce del fatto che fra i profili del “concorsone” sono assenti proprio quelli attinenti alle problematiche sociali.

L’intenzione del primo cittadino è quella di effettuare un monitoraggio della situazione relativa al disagio mentale, grazie al supporto dell’équipe del professor Massimo Casacchia per correre ai ripari e porre in essere misure più incisive. «In molti casi si tratta di vera e propria miseria che porta al disagio mentale continua il sindaco – per essere più chiari; la gente non sa come pagare le bollette e come dar da mangiare ai propri figli in questa città. Non si può continuare così». Sono molti i casi anche di reiterazione del Tso visto che per legge ogni paziente che rifiuta di sottoporsi a cure non può essere trattenuto in ospedale per più di sette giorni. Cialente ha riferito che in molti casi viene tempestato da messaggi e insulti dei pazienti che hanno avuto la reiterazione del trattamento.

Ovviamente si tratta di persone che non hanno l’appoggio di famiglie e che andrebbero dunque seguite dalle strutture pubbliche in maniera più intensa e continuativa. Il fenomeno più preoccupante è la degenerazione del disagio sociale in disagio mentale. Problemi che non possono certo essere risolti dai Tso che risultano come estreme misure estemporanee.

A.Cal.

LA POSIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE 180 AMICI L’AQUILA – «L’allarme lanciato dal Sindaco dell’Aquila sul preoccupante aumento dei Trattamenti Sanitari Obbligatori merita particolare attenzione e impone alcune riflessioni sulla questione della Salute Mentale nel nostro territorio .

Alla nostra Associazione risulta che il numero dei TSO dal mese di Gennaio al mese di settembre nel Servizio Psichiatrico Universitario Diagnosi e Cura dell’Ospedale S.Salvatore è stato di 96 . Di questi un terzo (32 in 8 mesi) risultano effettuati nel territorio dell’Aquila .Per un opportuno confronto basta ricordare che negli anni 2003-2009 ( periodo pre-sisma) il numero dei T. S. O. per persone residenti nell’ Azienda Sanitaria di L’Aquila era di 8 e al massimo di 17 l’anno. Nello stesso periodo di emergenza delle tendopoli e del SPDC in tenda il numero annuale dei TSO effettuati nella ex Azienda Sanitaria di L’Aquila è stato inferiore a 10( effettuati in altre Aziende Regionali per l’inagibilità del Servizio Psichiatrico Univarsitario Diagnosi e Cura del S.Salvatore))

Dal 2009 ad oggi i Servizi Psichiatrici a L’Aquila vivono uno stato di sofferenza dovuto alla sistemazione logistica e alla scarsa dotazione di risorse umane. Dopo 7 mesi di lavoro in tenda il Centro di Salute Mentale ed il Centro Diurno Psichiatrico sono stati collocati in container nel parco dell’ex Ospedale Psichiatrico S.Maria di Collemaggio. A niente sono servite le proteste degli utenti e dei familiari per il dover frequentare servizi assolutamente inadeguati , non accoglienti come dovrebbero essere i Servizi di Salute Mentale, privi di possibilità di tutela della riservatezza durante i colloqui e le visite psichiatriche.

Nonostante ciò ancora il Centro di Salute Mentale continua a mantenere l’apertura 12 ore al giorno dal lunedì al venerdì con 6 ore il sabato e la reperibilità psichiatrica notturna e festiva con operatori psico-socio-sanitari in condizioni di burn-out.

Tutto nella colpevole disattenzione dell’Azienda Sanitaria n°1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila nella questione della Salute Mentale.

Inchieste giornalistiche hanno denunciato nel 3° anniversario dal sisma 6 aprile 2012 tale situazione logistica (l’Espresso) e la stessa Commissione del Senato sul Servizio Sanitario Nazionale ha effettuato visita con la presenza del Senatore Ignazio Marino evidenziando la situazione insostenibile sia per i luoghi dell’accoglienza, che per gli ambulatori ed i servizi igienici .A oltre 3 anni ancora non si intravede cenno di sistemazione per gli ambulatori del Centro di Salute Mentale e per i luoghi riabilitativi del Centro Diurno Psichiatrico.

La maggiore preoccupazione del Direttore ASL Giancarlo Silveri sull’area dell’ex Ospedale Psichiatrico “S.Maria di Collemaggio” è stata quella di denunciare l’occupazione “abusiva” di Casematte (luogo comunque di socializzazione ed accoglienza anche per la popolazione della salute mentale), ma non assolutamente quella di avviare la ristrutturazione degli Edifici da adibire ai Servizi territoriali di Salute Mentale. Di contro attualmente l’organico del Centro di Salute Mentale e del Centro diurno Psichiatrico si è impoverito perdendo psichiatri, Psicologi,Assistenti sociali e infermieri. Pochi e precari sono gli Educatori e i Tecnici della riabilitazione.

Già precedenti lavori di ricerca post-sisma hanno evidenziato la crescita del disagio mentale attraverso il consumo crescente di psicofarmaci nella popolazione aquilana , ma nulla è stato attivato per affrontare tale questione sul piano dell’emergenza- urgenza e tanto meno sull’aspetto della prevenzione da parte dell’Azienda Sanitaria.

In aggiunta è stato rilevato il crescente abuso di alcool ,soprattutto nella popolazione giovanile.

Bene ha detto il Sindaco sulla dimensione di vero allarme sociale e sulle condizioni di “vera e propria miseria” che porta al disagio mentale.

Si impone la riattivazione della Consulta Provinciale per la Salute Mentale, già istituita nel 2006 e mai messa in condizione di lavorare.

Questa città merita un piano di ricostruzione sociale che affronti le conseguenze della disgregazione della comunità e che metta gli enti pubblici e la rete del volontariato e dell’associazionismo in condizione di efficienza ed efficacia.

Servono luoghi e servizi di cura dignitosi e accoglienti, attraversabili dalla cittadinanza,cure a domicilio, nei luoghi dove la gente vive e lavora, attività di prevenzione del disagio dove si manifesta, unità di strada per fronteggiare espressioni di disagio individuale e comunitario , inclusioni sociali e lavorative, centri di ascolto sia nei nuovi quartieri che nelle scuole . Quindi serve l’impegno dell’Azienda Sanitaria , del Sindaco quale massima Autorità Sanitaria Locale e di tutte le risorse della società civile per ricostruire ciò che si è perso e riprogrammare un sistema di Salute Mentale in grado di rispondere ai bisogni di salute della nostra popolazione».