
«La settimana scorsa è andato in scena in piazza Duomo lo scontro tra i lavoratori della Compel, i loro rappresentanti e il sindaco Massimo Cialente. Un sindaco che litiga e urla contro dei suoi concittadini a rischio di licenziamento è una cosa francamente mai vista». La denuncia arriva da Appello per L’Aquila.
«Parliamo di circa 100 persone, con rispettive famiglie, esasperate dalla concreta possibilità di perdere il lavoro – spiegano i portavoce di Appello per L’Aquila – Ora, al di la delle polemiche e delle responsabilità, questa è e deve essere una situazione di cui l’amministrazione si deve fare prioritariamente carico. Infatti in questi casi non contano le competenze, conta il fatto che cento cittadini senza lavoro saranno, che lo si voglia o meno, un problema per l’amministrazione e per l’economia dei nostri territori, considerato che molti saranno costretti a cercare da vivere altrove. In fondo quelle lavoratrici e quei lavoratori stavano chiedendo al loro sindaco di essere parte attiva, di farsi portavoce delle loro sacrosante istanze e di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, e pure oltre, per intervenire in questa drammatica situazione. Non è possibile essere permalosi, si capiscono le circostanze e si disegna una strategia comune, altrimenti a cosa serve la politica?»
«A ben vedere questa situazione è emblematica della totale mancanza di programmazione – aggiungono i portavoce di Appello per L’Aquila- Servirebbero piani: da quello del lavoro a quello per il commercio come si usa nei comuni virtuosi. Compito dell’amministrazione non è la rissa da bar, ma farsi promotrice di tavoli partecipati, in cui si valorizzano le competenze e non le spartizioni, per il bene della città. E allora, fuori dalle polemiche, che sia questa l’occasione per iniziare a ragionare su questi piani, partendo da quello per il lavoro. Università, imprese, commercianti, operatori del turismo, lavoratori, incentivi per i giovani, [i]de minimis[/i], incubatori di impresa, fondi previsti per lo sviluppo economico dalla legge sulla ricostruzione, fondi europei: tutto deve essere messo a servizio di una strategia complessiva e coordinata con interventi mirati e non ‘a pioggia’ per accontentare un po’ tutti e nulla risolvere. Occorre dare delle direzioni precise e lungimiranti all’economia del nostro territorio che deve puntare sulla sostenibilità, dalla ricerca alle sue applicazioni pratiche, per creare, anche in futuro, posti di lavoro dignitosi, qualificati e per questo sicuri. Noi siamo disponibili a dare il nostro apporto. Si apra questa nuova stagione, occorre fare in fretta, la crisi non aspetta. E nemmeno la Compel».
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