
E’ chiuso da quasi tre anni e mezzo e non riesce a riaprire il centro di eccellenza per la Fivet (Fertilizzazione in vitro con embryo transfer) che era in funzione nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, con gravi disagi per moltissime donne costrette ad andare fuori regione per coltivare il sogno di un figlio. Attualmente sono attivi solo il laboratorio per le analisi e l’ambulatorio in day hospital per la diagnostica: gli interessati svolgono le visite e le operazioni preliminari nel capoluogo, ma poi l’intervento devono farlo altrove, creando mobilità passiva, un danno per i conti dell’azienda sanitaria.
Prima del terremoto invece erano circa 800 le coppie in lista per un intervento, molte delle quali provenienti da Asl non abruzzesi e che avrebbero creato mobilità attiva. Secondo quanto si è appreso, il centro, l’unico in Abruzzo, é bloccato per carenza di personale: a regime servirebbero due infermieri, un biologo e un altro medico per affiancare l’unico superstite di oggi, il responsabile Giulio Mascaretti. Nei giorni scorsi sul tema è arrivata una lettera al manager della Asl, GIancarlo Silveri, e allo stesso Mascaretti, inviata da una donna che da tempo prova a coronare il sogno della maternità e di avere un figlio con il suo compagno, e invoca la riapertura del centro di eccellenza. “Abbiamo sperato in una pronta riapertura dell’attività perché durante il periodo di preparazione all’inseminazione ci veniva assicurata una pronta ed immediata riapertura del laboratorio, ma a tutt’oggi nulla è cambiato”, scrive amareggiata la donna.