
Una città di pensionati ed una economia in disgregazione. Ascoltando il rapporto sull’economia della città, illustrato dal professor Antonio Calafati, lo sconforto ha avuto la meglio. Le parole del professore sembrano aver assunto quasi il senso di una condanna a morte per la città, a meno che non si azzecchi la “ricetta” giusta.
Lo studio è stato elaborato dalla Commissione istituita dal Ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca in prima fila in veste di attento osservatore insieme a Gianni Letta. Dure, si diceva le parole dell’economista che ha preconizzato una economia in disgregazione nei prossimi dieci anni a meno che non si intervenga. In alcuni passaggi ha contraddetto il sindaco Massimo Cialente sulla scommessa del turismo che potrebbe essere un inconcludente luogo comune. «Raddoppiare il turismo? Ve lo sognate», ha esclamato.
Calafati ha fotografato la città con vocazione amministrativa. Il settore impiegatizio è la prima fonte di reddito seguito da quello delle pensioni (gli over 60 sono oltre 25 mila cittadini) poi c’è l’università e infine il manifatturiero. «Quattro pilastri destinati a ridursi nei prossimi anni portando ad una fase economica in disgregazione». E qui lo sconforto prende il sopravvento. E Allora? «Il capitale latente è l’università – spiega il dottore nella sua “prescrizione”- L’obiettivo è trasformare l’Aquila in una vera città universitaria sul modello europeo di Gottinga. Alla base di questo deve esserci un progetto scientifico culturale».
Anche il sindaco Massimo Cialente ha lanciato la scommessa sull’università con il campus diffuso più grande d’Europa grazie alla possibilità data agli studenti di occupare gli alloggi del progetto case. «Attenzione – ha subito messo in guardia il prof – ad una università che si disperde in una città dispersa». L’ateneo del 2030, con i suoi 25 mila studenti dovrà essere il frutto della relazione fra residenza, studio e socializzazione. Il sindaco Massimo Cialente ha colto l’occasione per sottolineare che il piano strategico è pronto sarà inviato a tutte le associazioni di categoria e condiviso con la città. Al convegno hanno relazionato, fra gli altri l’architetto Mario Botta che ha sottolineato la valenza della città come anticorpo contro la globalizzazione e ridimensionato il concetto del “dov’era e com’era” in quanto.
A.Cal.