
Teramo – La Provincia di Teramo si appresta a presentare il ricorso contro la soppressione e lo farà entro il 5 novembre. L’Avvocatura provinciale sta valutando di integrare, nell’impugnativa al Tar, non solo l’opposizione alla delibera del Consiglio dei ministri del 20 luglio scorso, ma anche alla stessa proposta del Cal Abruzzo ed eventualmente al pronunciamento finale della Regione, previsto per il 22 ottobre. La possibilità di riunire in un unico ricorso tutti questi atti è stata pure evidenziata dal parere del professor Piero Alberto Capotosti emerito di diritto costituzionale e già presidente della Consulta.
L’accorpamento di Teramo all’Aquila sembra la strada tracciata dal Cal, contro cui si schiera il prosediente dell’amministrazione provinciale di Teramo, Valter Catarra. «Il Cal – afferma – si è appiattito sulle decisioni del Governo rinunciando ad avere un ruolo; il paradosso è che questa decisione arriva mentre è chiaro a tutti che il confuso dibattito sulle Province ha fatto da paravento ai veri costi impropri della politica: il fallimento del federalismo regionale e la cattiva gestione della Pubblica amministrazione».
Il presidente del Consiglio provinciale, Mauro Martino, ieri ha abbandonato l’assemblea al momento del voto: «La comunità teramana è stata lasciata sola, è l’unica ad essere penalizzata mentre in altre Regioni, i Cal, stanno scegliendo strade ben diverse e in alcuni casi molto lontane dal provvedimento del Governo in difesa della coesione sociale dei propri territori».
FEBBO: NESSUNA DECISIONE DEFINITIVA – «E’ doveroso sottolineare come la proposta che prevede l’istituzione della provincia di Chieti-Pescara con Pescara capoluogo, ha sì ricevuto il numero maggiore di voti 8, ma non la maggioranza qualificata di 11. Voglio evidenziare che i voti a disposizione di questa ipotesi erano oggettivamente quantificabili da 11 a 13 e, quindi, averne riportati 8 sta a significare che tale proposta è comunque minoritaria rispetto a tutte le altre che hanno ricevuto, seppur distintamente, 12 voti a favore. Alla luce di tali osservazioni, non si può affermare che sia stata presa una decisione definitiva e tutte le proposte possono ancora essere vagliate». A precisarlo è il dirigente regionale del Pdl nonchè assessore regionale Mauro Febbo all’indomani della riunione del Consiglio delle Autonomie Locali che ha formalizzato la proposta di riordino delle Province abruzzesi da inviare al Consiglio regionale che a sua volta dovrà formulare la propria proposta e trasmetterla al Governo.
«Le proposte – spiega Febbo – meritano quindi un’ulteriore valutazione anche se come si evince dall’esito di questa riunione, il riordino appare un processo lungo e faticoso. In questa ottica, comunque, bisognerà lavorare anche su un altro aspetto fondamentale che riguarda le funzioni regionali che dovranno essere riorganizzate e riviste in maniera diversa. Anche su questo aspetto sarà necessario riuscire a trovare la massima condivisione cercando di non penalizzare nessun territorio puntando ad un assetto il piu’ equilibrato possibile».
Secondo Febbo «nessuno deve pagare in termini di sopravvivenza e possibilità di sviluppo in un momento di congiuntura economica estremamente negativa che costringe la collettività a continui sacrifici. Sono altresì convinto che Chieti e la sua Provincia, senza se e senza ma, deve rimanere invariata territorialmente e giuridicamente».
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