Concorsone, i precari protestano ancora

28 settembre 2012 | 14:31
Share0
Concorsone, i precari protestano ancora

Un folto gruppo di precari del Comune dell’Aquila legati alle attività della [i]governance [/i]del terremoto sta scioperando davanti alla sede del Comune a Villa Gioia in adesione allo sciopero nazionale del pubblico impiego.

La protesta è finalizzata a perorare la causa di 149 precari del Comune dell’Aquila che insieme agli altri dei restanti 56 comuni del cratere hanno il contratto in scadenza il 31 dicembre prossimo.

La manifestazione è tesa principalmente alla richiesta di revoca del cosiddetto concorsone, il bando di assunzione lanciato nei giorni scorsi per assumere il personale chiamato a lavorare negli uffici della ristrutturata governance disegnata nel provvedimento voluto dal ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, inviato del premier Monti per gestire la ricostruzione. «Abbiamo aderito allo sciopero nazionale per dare una assaggio su quello che succederà il 18 e il 19 ottobre prossimi quando sciopereremo per sensibilizzare il sindaco dell’Aquila e l’amministrazione comunale a chiedere la revocare del bando relativo al concorsone – ha spiegato uno dei manifestanti -. Vogliamo far capire quello che succederà quando in previsione della scadenza del contratto andremo in ferie e con gli uffici che quindi rimarranno vuoti e non potranno assicurare più servizi».

In relazione al concorsone i precari hanno sottolineato il fatto che l’esigenza di una revoca si basa sulla motivazione di un provvedimento sbagliato sia nella forma sia nel contenuto perché differisce da quelle che sono state le richieste delle amministrazione comunali.

GIA’ 2715 DOMANDE

(AGI) – Sono 2.715 le domande gia’ pervenute per partecipare al concorso per la ricostruzione della citta’ dell’Aquila e dei 56 Comuni del cratere, dopo il sisma del 6 aprile 2009. I dati sono del ministero per la Coesione territoriale. Si tratta – spiega una nota del dicastero – di una prima rilevazione effettuata a quindici giorni dalla scadenza del bando di concorso pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 71 dell’11 settembre scorso e relativo all’assunzione a tempo indeterminato di 300 unita’ di personale di varie qualifiche e inquadramenti, da impiegare in parte presso gli uffici del Ministero Infrastrutture e Trasporti e in parte in quelli degli Enti Locali coinvolti nel sisma. L’Abruzzo e’ la regione dalla quale provengono piu’ domande, 1400 al momento. Sono circa 400 quelle della campania e 200 provengono anche dalla Sicilia.

GIULIANTE, LETTERA APERTA AL MINISTRO BARCA

«Egregio Signor Ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca,

Le scrivo in merito al bando di concorso per n.300 unità, pubblicato l’11 settembre scorso. Sento il dovere di evidenziarLe alcune criticità e considerazioni che spero possano indurla ad un ripensamento delle scelte poste alla base della procedura concorsuale.

La metodologia di reperimento del personale avrebbe dovuto contemperare l’esigenza di velocità e trasparenza insieme a quella dell’acquisizione di soggetti che, quanto a preparazione ed esperienza, risultassero “ migliori”. Il bando, così come impostato, non ha colto questi obiettivi.

L’aver sottolineato, sinanco con spocchiosa veemenza, l’impossibilità di prevedere deroghe è stato contraddetto, con altrettanta spocchiosa strafottenza, laddove il bando licenziato è un coacervo di deroghe alla normativa sui concorsi della cui legittimità è lecito dubitare , con il concreto rischio di ricorsi e contenziosi che dilazionerebbero ulteriormente i tempi di ricostruzione.

Ma poiché si è scelto di “derogare” ciò avrebbe potuto e, forse, dovuto farsi soprattutto per indire concorsi interamente riservati ai precari degli Enti locali del cratere e della Regione Abruzzo, direttamente coinvolti nella ricostruzione, attesa la peculiarità della situazione, così come si è per altro fatto in Emilia Romagna, laddove questa Regione ha adottato scelte diverse, gestendo direttamente le procedure e traendo dal proprio territorio le risorse da impegnare (Ord. 31 agosto 2012, n. 31 – Terremoto Emilia)

Ciò che desta più preoccupazione è proprio la scelta dell’impianto generale atto ad individuare le figure necessarie.

Il bando è infatti funzionale ad una dotazione di 300 unità, di cui 100 presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (nonostante i tagli cui anche quest’ultimo è sottoposto dalla “spending review”!!!… o forse proprio per questo si utilizza “L’Aquila” per un recupero ministeriale altrimenti impossibile?), 128 presso il Comune dell’Aquila e 72 presso i Comuni del Cratere. Le 100 unità del Ministero vengono assegnate temporaneamente presso gli Uffici Speciali della Città dell’Aquila e dei Comuni del Cratere, le Province interessate e la Regione Abruzzo.

È assurdo che un concorso che riguarda la ricostruzione dell’Aquila, in una situazione specifica come questa, venga gestito in proprio da un Ministero, facendo leva in alcuni casi sulle debolezze e in altri sulle connivenze del sistema enti locali.

Una seria pianificazione avrebbe invece dovuto comportare l’adozione di procedure di reperimento di personale già operativo, perchè formatosi sul campo e non in aule universitarie o in stanze ministeriali!

A ben guardare, invece, i punteggi legati ai titoli fanno prevalere quelli per un master o un dottorato di ricerca su anni di servizio prestati nella ricostruzione della nostra città, a ciò va aggiunta l’anomalia di un punteggio per l’orale sproporzionato rispetto alle 4 prove scritte, punteggio capace di trasformare una selezione pubblica che dovrebbe essere oggettiva in soggettiva. Sorge allora il dubbio che l’intera operazione, al di là delle “buone intenzioni”, volga in danno della comunità locale, così come andrebbe valutata l’ipotesi Formez, che pure si troverebbe a valutare propri ex dipendenti già impiegati nella ricostruzione!

Nel complesso quadro su cui il concorso va ad incidere confluiscono varie situazioni di precarietà, che non hanno trovato adeguato riconoscimento nel bando. Tale bacino, che comunque rappresenta un bagaglio di professionalità difficile da reperire altrove, rischia di essere disperso per venire sostituito da “nuove leve”, magari estranee al territorio, che richiederebbero inevitabilmente mesi di attività per maturare qualche cognizione specifica. Con l’ulteriore dilazionarsi dei tempi di attesa circa la ricostruzione di una città ormai esasperata. Non solo: una volta acquisita quest’esperienza, i soggetti torneranno nei ruoli del Ministero. Cui bono?

Ritengo che a questo punto occorra fermarsi un attimo a riflettere sulla necessità di una serena e condivisa revisione del tutto.

Le chiedo pertanto di sospendere senza indugio il bando pubblicato lo scorso 11 settembre e di riprendere contestualmente un “vero” confronto diretto con gli Enti territoriali, teso ad individuare un ordine di priorità, prevedendo innanzitutto la separazione della dotazione del Ministero da quella degli Enti locali e della Regione Abruzzo e rimettendo al livello locale la titolarità delle procedure di reclutamento e gestione delle risorse necessarie. Nello specifico ritengo si debbano fissare i seguenti criteri:

1. indizione da parte degli Enti locali interessati e/o direttamente della Regione Abruzzo di concorsi interamente riservati a coloro che abbiano maturato un’esperienza specifica esclusivamente negli Enti compresi nel territorio del cratere;

2. possibilità di utilizzo, ove occorrente nelle more delle selezioni, del personale di ruolo delle Amministrazioni locali del territorio, attraverso comandi o forme di avvalimento delle strutture, nonché del personale della Regione Abruzzo che poi ritornerebbe nei ruoli regionali;

3. scorrimento delle graduatorie a tempo indeterminato disponibili presso le Amministrazioni del territorio ricomprese nel cratere, prevedendo che alle graduatorie già esistenti possano attingere anche gli altri enti interessati, come stabilito dalla vigente normativa e come già accaduto, quanto al Comune dell’Aquila, grazie all’OPCM n.3784 del 25.6.2009;

Un piccolo accenno, per concludere, alla questione dell’individuazione dei responsabili degli Uffici Speciali per la Città dell’Aquila e per i Comuni del Cratere. Constato innanzitutto che si tratta dell’ennesima occasione persa per la costituzione di uno sportello unico competente sulla ricostruzione. Soprattutto, però devo evidenziare l’assenza di qualsiasi elemento di trasparenza. Anche la scelta fiduciaria nella pubblica amministrazione deve essere conseguente a procedure improntate all’evidenza pubblica! Nel caso di specie così non è. Non un avviso pubblicato, ma solo un laconico comunicato datato 31.8.2012 visibile sul sito del Ministero della Coesione Territoriale negli ultimi giorni, nel quale non vengono specificati nè i termini di presentazione delle candidature e le modalità di selezione, né il soggetto/ente a ciò incaricato. E inoltre mi chiedo chi e con quale procedura recluterà le figure a tempo determinato che le intese firmate tra gli enti coinvolti e il Ministero assegnano agli Uffici Speciali. Secondo le stesse intese, inoltre, i responsabili dei due uffici per la ricostruzione andavano nominati entro il 15 settembre u.s.: saranno già stati nominati, e chi sono e perché si traccheggia nel comunicare i nomi? Aspettiamo risposte».