
Piero di Piero resta in consiglio comunale, almeno fino allo scadere dei 90 giorni fissati dalla legge Barca in cui dovrà scegliere fra la carica di consigliere e quella di progettista incaricato nella ricostruzione del capoluogo. Intanto la vittoria dinanzi al Tar per Di Piero è una sorta di riscatto morale. Il ricorso al Tar è stato presentato dal primo dei non eletti nella lista dell’Udc, l’avvocato Alessandro Piccinini; un ricorso impostato però non sulla legge Barca che ancora non era stata partorita, ma su una incompatibilità analoga prevista in occasione del terremoto dell’Irpinia. Il ricorso come si diceva è stato respinto, ma solo in attesa del secondo round fissato dall’efficacia della incompatibilità della legge Barca.
Piero Di Piero si è affidato ad un costituzionalista per vedere il da farsi. «É una cosa delicata – spiega – essendo una legge nazionale». Nel dispositivo tuttavia i giudici vanno oltre sottolineando come «risulti di tutta evidenza la situazione di conflitto di interessi in cui, allo stato, versi il Di Piero, quale consigliere comunale, alla redazione del cosiddetto piano di ricostruzione, potrebbe influire sull’attività professionale svolta, in qualità di architetto impegnato nella ricostruzione post sisma, eventualmente favorendo, quantomeno sotto il profilo temporale, le opere commissionate; sia in quanto verrebbe a sovrapporsi la figura del controllato, con quella di controllore…Ritiene, tuttavia, il Collegio che tale situazione di conflitto d’interesse non determini, allo stato, nessuna incompatibilità alla carica di consigliere comunale, idonea a incidere sulla validità dell’atto di proclamazione degli eletti – scrivono i giudici – Ed, infatti, la cosiddetta legge Barca risulta entrata in vigore dopo le elezioni comunali, idonea ad incidere direttamente sulla validità dell’atto di proclamazione degli eletti». Intanto sempre a proposito di nomine il professore dell’Università dell’Aquila Pierluigi Beomonte Zobel è stato nominato nel Cda del Centro turistico del Gran Sasso.
A.Cal.
LA REPLICA DI ALESSANDRO PICCININI, UNA VITTORIA DI PIRRO
«Alla fine della fiera, l’unico a non aver ancora capito l’ordinanza emessa dal Tribunale di L’Aquila è il povero Piero Di Piero. Qualcuno gli spieghi che la sua è una “vittoria di Pirro”, posto che il Collegio ha ben evidenziato che la sua permanenza in Consiglio è garantita ancora per pochi altri giorni (poco più di un mese), termine entro il quale il “progettista” dovrà scegliere tra la rinuncia a tutti gli incarichi professionali e la carica elettiva. Quanto invece alle sue deduzioni sul fatto che non sussisterebbe la sua incompatibilità, basta riportare quanto assunto dal Collegio nelle motivazioni offerte: “Reputa il Tribunale come risulti di tutta evidenza la situazione di conflitto di interessi in cui, allo stato, versi il Di Piero, per entrambe le ragioni illustrate nel ricorso introduttivo e, segnatamente sia in quanto lo stesso partecipando, quale consigliere comunale alla redazione ed all’attuazione del c.d. piano di ricostruzione, potrebbe influire sulla attività professionale svolta, in qualità di architetto impegnato nella ricostruzione post-sisma, eventualmente favorendo, quanto meno sotto il profilo temporale, le opere a lui commissionate; sia in quanto verrebbe a sovrapporsi alla figura del controllato, con quella di controllore, atteso che le opere di ricostruzione risultano finanziate con fondi statali, erogati dall’ente locale, che provvede anche ai successivi controlli”. Il perder tempo a chi più sa più spiace! In ultimo e sempre in replica alle sue affermazioni vorrei ricordare al Di Piero che ha preso appena una manciata di voti più di me e che, da parte mia, se non avessi conseguito un ottimo risultato in termini elettorali, non mi troverei oggi a maturare il diritto di surrogarlo nella assise comunale, pena il suo conflitto di interessi».