Ordigni in Afghanistan, alpini aquilani partecipano a messa in sicurezza

Farah – Unità afgane del 207esimo corpo d’armata dell’esercito e del 606esimo corpo di polizia, in collaborazione con forze italiane della Task Force South, hanno concluso oggi un’operazione nella provincia di Farah che ha portato al ritrovamento di otto ordigni esplosivi.
L’operazione, pianificata dalle forze di sicurezza locali con il contributo della Task Force South di stanza a Farah, ha visto il dispositivo congiunto di pattuglie afgane e italiane – costituite da Alpini del 9° reggimento dell’Aquila e da Bersaglieri dell’8° reggimento di Caserta – raggiungere e mettere in sicurezza una zona situata circa 2 chilometri a sud del villaggio di Sirak, dove i [i]team [/i]specializzati del 32esimo reggimento genio hanno ritrovato e neutralizzato sei razzi da 122 mm e due da 107 mm.
Secondo quanto reso noto dai militari, «gli ordigni erano ben conservati e suscettibili di essere utilizzati per attacchi imminenti ai numerosi presidi delle forze di sicurezza afgane presenti nella zona.»
La Task Force South, su base 9° reggimento alpini dell’Aquila, opera nella base operativa avanzata di Farah, nell’ambito della Regione Ovest la cui guida è affidata all’Italia. Si tratta di un’unità di quasi 500 uomini con molteplici capacità e assetti specialistici.
Il 9° reggimento Alpini non è nuovo alle missioni in Afghanistan, avendo già operato nel 2003 nell’ambito dell’operazione Enduring Freedom, per poi partecipare alle operazioni dell’International Security and Assistance Force (Isaf) della Nato dal 2005 ad oggi per un totale di cinque missioni. L’unità possiede una lunga esperienza internazionale nella gestione di scenari di crisi: nel 1992-93 ha partecipato alla missione delle Nazioni Unite in Mozambico, dal 1997 in poi è stata attiva nei Balcani, assumendo un ruolo di rilievo nelle operazioni Nato di [i]peacekeeping[/i] in Bosnia, Albania, Kosovo e Macedonia.
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