
di Xavier Jacobelli
In ordine di tempo, l’ultima iniziativa di Cesare Prandelli è stata la visita, non preannunciata, alla tappa fiorentina della Finocchiona Cup. E’ un torneo di calcetto organizzato dai ragazzi omosessuali provenienti da quattro diverse città italiane. La competizione, il cui nome si richiama al celeberrimo salume toscano, ma vuole essere anche un gioco di parole, rientra in una serie di manifestazioni sportive che hanno il dichiarato intento di abbattere il muro dell’omofobia.
Che il ct della Nazionale sia particolarmente sensibile a questo e ad altri temi di scottante attualità, costituisce un punto di merito per l’allenatore degli azzurri.
La solidarietà ai terremotati dell’Emilia, dai quali Prandelli ha portato i vicecampioni d’Europa prima di Italia-Malta; il sostegno alla lotta alla mafia con gesti significativi quali l’allenamento della Nazionale su un campo calabrese confiscato alla ‘ndrangheta; le ripetute prese di posizione pubbliche in difesa dei gay e contro ogni discriminazione: Cesare coniuga la costruzione di una Nazionale forte e competitiva, in grado di qualificarsi a Brasile 2014, con un impegno sociale che gli fa onore.
Il ct usa la formidabile cassa di risonanza mediatica garantita dal calcio per dimostrare quanto il calcio non sia un mondo a parte, ma possa diventare uno strumento di sensibilizzazione e di educazione.
In questi tempi in cui imperversano i ladri e i farabutti della Casta, i cialtroni e gli arroganti, Prandelli è il ct dell’Italia civile. L’Italia migliore.
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