Abruzzo: ’10 mila posti di lavoro a rischio’

6 ottobre 2012 | 13:45
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Abruzzo: ’10 mila posti di lavoro a rischio’

In Abruzzo circa 10.200 persone «rischiano di perdere il posto di lavoro», su un totale di 17.780 unità occupate nel settore industriale e 192 sono le vertenze in corso.

A scattare la fotografia della crisi nelle aziende abruzzesi e lanciare l’allarme sulla questione occupazione è la Cgil regionale, che sottolinea come stiano «prendendo il sopravvento la cassa integrazione straordinaria e quella in deroga».

I dati sono stati illustrati a Pescara dal segretario regionale del sindacato, Gianni Di Cesare. In particolare la Cgil ha analizzato la situazione di tutte le grandi aziende delle quattro province, Magneti Marelli di Sulmona (L’Aquila), Pilkington di San Salvo (Chieti), Atr di Colonnella (Teramo), Somi Impianti di San Valentino (Pescara).

Su tutto il territorio regionale il sindacato sta seguendo 192 vertenze: 69 in provincia di Teramo, 58 in quella di Chieti, 42 nella provincia di Pescara e 23 in quella dell’Aquila.

I lavoratori «a rischio» – la Cgil prende in considerazione la cassa integrazione (ordinaria, in deroga e straordinaria), i contratti di solidarietà e le procedure di mobilità – sono 10.245, su un totale di 17.780 dipendenti: 4.314 nel Teramano (totale 4.685), 2.496 nel Chietino (totale 7.870), 1.751 nel Pescarese (totale 2.216) e 1.684 nell’Aquilano (totale 3.009).

In particolare, a livello regionale, 1.863 lavoratori sono in cassa integrazione ordinaria, 171 in cassa integrazione in deroga, 4.607 in cassa integrazione straordinaria, 1.947 con contratto di solidarietà e 1.656 sono interessati da procedure di mobilità. Le ore di cassa integrazione autorizzate nei primi otto mesi di quest’anno, ha ricordato la Cgil, sono state 21.750.931, di cui 7.736.232 ordinaria, 7.711.964 straordinaria e 6.302.735 in deroga. Nello stesso periodo del 2011 le ore autorizzate erano state 19.404.941.

LA RICETTA ANTICRISI DELLA CGIL – Rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, costituzione di un osservatorio sul credito, interventi in campo edile, investimenti, realizzazione di infrastrutture, etica e trasparenza nella politica, tassazione, risorse comunitarie: questi i punti contenuti nella ricetta elaborata dalla Cgil Abruzzo per affrontare la crisi che sta interessando la regione, altrimenti si rischia «di non uscirne o di uscirne malconci».

{{*ExtraImg_68788_ArtImgRight_300x199_}}«Vogliamo analizzare e rappresentare una situazione di precarietà – ha spiegato Di Cesare – che si sposta dall’industria alla società intera e riguarda in maniera diffusa tutti, dalle piccole e medie imprese fino alle grandi multinazionali. Il nostro appello è rivolto ai governi, alle associazioni datoriali, alle banche, a Bankitalia, alle Confindustrie e alla Regione Abruzzo. Vogliamo portare questa crisi a Roma».

Otto i punti illustrati dal segretario: «la cassa integrazione in deroga – ha sottolineato – deve essere rifinanziata, con una distinzione tra quella per il cratere sismico e quella per il resto della regione. Sul fronte credito é necessaria trasparenza da parte delle banche e vogliamo che la Banca d’Italia contribuisca alla costituzione di un osservatorio sul credito in Abruzzo».

«Il pacchetto Presto, sottoscritto dalla Consulta del Patto per lo Sviluppo – ha proseguito – potrebbe essere una buona dote ed è alla prova dei fatti. C’é bisogno dell’impegno di imprese e associazioni di categoria, perché non è possibile mettere in moto il pacchetto senza investimenti da parte delle imprese private. In materia di edilizia, inoltre, sono necessari interventi massicci sull'[i]housing[/i] sociale e l’avvio di 500 nuovi cantieri nei prossimi mesi tra L’Aquila e il cratere sismico».

«Sono inoltre fondamentali – ha aggiunto Di Cesare – i rapporti tra Governo e multinazionali nell’ambito del decreto “trasforma-Italia”. Alcune aziende in crisi sono di grandi dimensioni e solo un intervento nazionale può aiutare. Bisogna aprire definitivamente dei tavoli di confronto e ridefinire l’elenco aziende in crisi. L’Abruzzo, poi, faccia un’infrastruttura, anche una sola: un porto – ha evidenziato il segretario -, per commercializzare le merci».

Di Cesare si è soffermato anche sulla necessità di un’«operazione trasparenza» in politica, sulla tassazione e su eventuali investimenti «visto che la sanità ha fatto registrare un avanzo di 107 milioni di euro», e sulla programmazione europea 2014-2020, chiedendo, tra l’altro, un incontro tra la politica locale e i parlamentari abruzzesi.

«Sosterremo questi punti promuovendo numerose iniziative, assemblee con i lavoratori, partecipando alla manifestazione nazionale prevista per il 20 ottobre a Roma, dove vorremmo portare l’Abruzzo della crisi – ha concluso il segretario della Cgil -. Vogliamo che la battaglia continui perché la situazione é molto delicata. Sono fondamentali uno slancio e, soprattutto, la capacità di battersi su tali questioni».

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