
Allarme dei presidenti delle Province abruzzesi Walter Catarra (Teramo), Antonio Del Corvo (L’Aquila), Enrico Di Giuseppantonio (Chieti) e Guerino Testa (Pescara), sul futuro di servizi come i Centri per l’impiego e il Genio Civile.
Secondo i massimi esponenti delle Province, che hanno chiesto un incontro al presidente della Regione Gianni Chiodi, per quanto riguarda i Centri per l’impiego a tutt’oggi non vi è alcuna certezza sui trasferimenti dei fondi per la programmazione 2012-2013, con il rischio che dal prossimo primo gennaio possano perdere le professionalità ad alta specializzazionem, circa 200 persone, «che da anni contribuiscono ad un pieno e corretto funzionamento delle strutture e che rappresentano un fondamentale punto di riferimento per l’utenza» spiegano i presidenti, sottolineando che «ciò produrrà un danno sia all’utenza, che non potrà usufruire delle loro competenze, sia agli stessi addetti, che rischiano di rimanere senza lavoro».
Per quanto riguarda il Genio Civile, scadrà il primo gennaio la proroga dell’entrata in vigore delle legge regionale 28/2011, che detta le norme per la riduzione del rischio sismico e che ha introdotto un regime autorizzatorio per il 100 per cento dei progetti relativi ad interventi ricadenti nelle aree a media ed alta sismicità, oltre a spese particolarmente elevate a carico di chi deposita un progetto. «L’ulteriore lavoro introdotto dalla nuova norma – sostengono i presidenti – graverà completamente sugli uffici provinciali del Genio Civile ai quali, però, la nuova legge non ha destinato né personale né risorse finanziarie, con il rischio paralisi per gli uffici stessi e per l’intero settore dell’edilizia. Nel caso dell’Aquila in particolare, inoltre, tale situazione di incertezza rischia di compromettere ulteriormente la ricostruzione post sisma».
Per quanto riguarda l’erogazione dei fondi per il trasporto degli studenti disabiliche frequentano le scuole superiori, le Province proporranno alla Regione che il servizio venga affidato completamente ai Comuni, ai quali gli enti provinciali hanno il solo compito di trasferire le risorse per servizi che le amministrazioni già erogano, «realizzando un grosso snellimento della burocrazia, riducendo i tempi al minimo ed evitando qualsiasi sperpero del denaro pubblico».
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