
di Tiziana Pasetti
Croato? No. Trecentocinquasettesimo dialetto del Congo?
Nemmeno.
Non è una lingua nuova e nemmeno una antica. E’ tutto e tutto il contrario.
Prendete la giornata di ieri all’Aquila e capirete.
L’Auditorium del Parco è stato inaugurato, finalmente.
Presenti delegazioni politici attori televisioni e giornali venuti da ogni dove guidati da questa fantastica stella cometa a intermittenza che è lo scroccato capoluogo abruzzese.
Presenti, ovviamente, gli abitanti della città. Chi con la giacchetta buona chi in bermuda e magliettina ([i]il sole d’autunno è assassino[/i]), tutti sorridenti e curiosi e poi borbottanti come una bella pila di fagioli ([i]buonissimi quelli di Paganica. Conditeli con poco sale e un filo d’olio a crudo[/i]).
“L’auditorium qui non lo dovevano mettere! Ci toglie il belvedere!”
“L’auditorium è bello, certo, ma forse era meglio se prima si rimetteva in piedi non dico tutta la città ma almeno un palazzo in centro, poi tu mi dirai ma co ‘n palazzo solo che ce fai e ccerto, mica è sbagliato ma lo sai che tte dico, che sto bussolotto mica è così brutto!”
PS:([i]perdonate il romano al posto dell’aquilano ma sono influenzata e pensare in tutte queste lingue mi sta confondendo[/i])
“Non sarà brutto ma nun lo dovevano da metta qua! Lo potevano mette a Pile”
“Poi se lo mettevano a Pile dicevi ma tutto a Pile mettono? Lo dovevano mette in centro! Era pure un messaggio, no?”
“Ayhvnddbn jdi6bvspp svspipjbu jyvsyshbo ljvhu!”
“Eh…pure tu te raggio’, me sembra la cosa più giusta…ma mo’??? Temè! Quissu tenemo e quissu ce tenemo!”
Un passo appena. Altra scena.
“Che sarebbe venuto a ffa Benigni?”
“Boh…mica lo so capito. Pare che se vole compra’ casa ecco”
“La sfilata, so venuti a ffa, te lo dico io. Casa? Beh, ce starebbe la mia, che mojema dopo quella scettecata non ce vole remette piede. Comunque. Nulla da dire. Benigni è un grande artista. Un attorone. Io l’ho sempre seguito e guarda, guarda come è serio, mica è venuto a fare il pagliaccio, è venuto per testimoniare la sua solidarietà! A chi bisogna chiedere per il fatto della casa che gli vendo la mia?”
“Bfdhs vhsu uhfdya”
Altro passo. Due donne.
“Io il Maestro Abbado lo conobbi anni fa in occasione di un concerto di beneficienza. Poi c’era anche la cena. Guarda. Ci regalò la foto con l’autografo ([i]la signora in questione mostra la cartolina alla sua amica che la guarda non si capisce bene come[/i]). Davvero un uomo bellissimo. Dai, cerchiamo di avvicinarci”.
“Eccolo, cara! Sta scendendo dalla macchina”
“Eh? Ma chi è quello?”
“Abbado” risponde l’amica divertita mentre le restituisce la foto di Riccardo Muti.
“Ngjshg lkshhyfv bhscuu hh”.
Due passi di lato.
“Ma cosa sono venuti a fare, tutti questi personaggi?”
“Se non c’erano tu ci venivi?
E se non venivano non è
che poi qualcuno diceva
ecco,
L’Aquila è stata dimenticata da tutti?“.
Vhjyf nauy ancjahuhabcac jckahgh bcytbkc.
[i]
[url”Professione #hashtagger “]http://ilcapoluogo.globalist.it/blogger/Tiziana%20Pasetti[/url][/i]
tpasetti@gmail.com