Sanitopoli, il giorno di Carlo De Benedetti

11 ottobre 2012 | 12:37
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Sanitopoli, il giorno di Carlo De Benedetti

L’imprenditore Carlo De Benedetti ha deposto oggi come testimone a Pescara nel processo all’ex governatore della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco. La testimonianza è avvenuta in funzione del suo interesse nel mondo della sanità con la società Hhs, divenuta poi Kos, e all’eventuale sbarco del gruppo privato sanitario in Abruzzo. In udienza il Pm Giampiero Di Florio ha chiesto all’ingegnere di raccontare i suoi rapporti sia con la Giunta Del Turco che con il gruppo Villa Pini di Vincenzo Angelini, il grande accusatore dell’ex governatore.

De Benedetti ha confermato che nel 2002/2003 ci furono contatti con Villa Pini ma che «la situazione era complicata, imbrogliata, quindi ci sfilammo». Che la situazione del gruppo di Angelini fosse «quasi prefallimentare» era assodato, secondo De Benedetti, anche se il suo gruppo avrebbe avuto interesse a sbarcare in Abruzzo solo per la parte riabilitativa. De Benedetti ha confermato di aver avuto nel 2008 un incontro a casa sua con Del Turco e i manager del suo gruppo, su richiesta dello stesso governatore, nel quale fu ribadito «che il nostro scopo era avere magari interessi in Abruzzo ma non rilevare il gruppo Villa Pini. Quella di Angelini era un’azienda compromessa e Del Turco voleva che noi venissimo in Abruzzo a sostituirlo. I miei manager non volevano rilevare Villa Pini e Del Turco lo sapeva». Per l’accusa lo scopo della testimonianza di De Benedetti è stato quello di dimostrare le pressioni su Angelini per cedere Villa Pini e rimodulare in altro modo la sanità privata abruzzese.

ANGELINI, INTERESSI TRA LUI E DE BENEDETTI – «De Benedetti mente: è evidente la condivisione di interessi tra lui e Del Turco». Vincenzo Angelini è uscito dall’aula del tribunale di Pescara per incontrare espressamente i cronisti e recitare la sua controaccusa alle dichiarazioni che ha reso in aula l’ingegnere. «Come può dire che nel 2002 ero in prefallimento con il gruppo Villa Pini quando sulla bozza di preacquisto mi offrì 140 milioni, di cui 70 subito e 70 dopo cinque anni? De Benedetti mente perché io nel 2002 stavo bene, e nel 2005 non avevo debiti e 36 milioni di euro liquidi in banca”. Vincenzo Angelini spiega che “lui studiò bene 10 anni fa la situazione del gruppo, e siccome non è stato mai uno che regala nulla se decise di portare dei soldi è perché sapeva che gli conveniva. E si è ben guardato dal dire in aula che fui io a rifiutare l’affare non lui. Io rifiutai perché nella bozza di contratto c’era scritto che sarei rimasto amministratore delegato del gruppo per tre e non cinque anni: cosa sarebbe successo ai conti di Villa Pini nei due anni successivi? Avrei ripreso alla scadenza del contratto quei 70 milioni? E’ evidente – ha concluso l’ex patron di Villa Pini – l’adattamento di De Benedetti ad alcune tesi».