Blocco Studentesco: gli studenti scendono in strada

13 ottobre 2012 | 12:38
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Blocco Studentesco: gli studenti scendono in strada

“La generazione perduta tifa rivolta!”. Con questo slogan il Blocco Studentesco L’Aquila questa mattina è sceso in piazza per manifestare contro “il governo dei baroni”. Più di 200 studenti hanno sfilato per le vie del centro della città partendo dlla loro scuola occupata L’ITIS “Amedeo Di Savoia Duca D’Aosta”, tra cori e striscioni di protesta contro l’attuale governo Monti.

«Dopo 5 giorni di occupazione – spiega la responsabile del Blocco Studentesco Lavinia Nepa – vogliamo dimostrare di non essere disposti ad accettare i dettami di lobby e poteri forti, come una spending review che colpisce scuole e università, ennesimo atto di distruzione sistemica dello Stato sociale e di perdita di sovranità nazionale»

«L’occupazione continuerà ad oltranza – spiega Nepa – i ragazzi dell’istituto hanno deciso di voler dimostrare che la loro protesta non si fermerà fin quando non arriveranno risposte politiche, con in testa la sua gioventù sana quella che ha buone gambe e tantissima voglia di camminare».

SOSTEGNO DEI GIOVANI DEL PD – I Giovani Democratici L’Aquila esprimono massimo sostegno e solidarietà agli studenti aquilani protagonisti delle occupazioni di questi giorni. «La legge Aprea – affermano i GD nella nota a firma Albano e Giordano – tanto voluta dall’ex ministero Meloni, sta demolendo la rappresentanza studentesca mentre prevede l’accesso negli organi decisionali degli istituti superiori per privati ed imprese, con la ratio di individuare gli interessi delle imprese non come ‘di parte’ bensì collegiali e permettendo loro di incidere sulle scelte riguardanti il POF (piano di offerta formativa) con la degradante eventualità di vedere pesanti differenziazioni anche fra istituti dello stesso indirizzo. Il rischio è veder prevalere la logica del profitto anche nella gestione di uno dei beni instimabili di cui la nostra società è in possesso: la formazione delle nuove generazioni. Il tutto in un momento nel quale gli inesorabili tagli

del governo Monti vedono un progressivo assottigliarsi delle risorse a disposizione degli istituti superiori finalizzate a garantire la qualità didattica».