
Quarantacinque anni fa, in Corso Re Umberto, a Torino, mentre attraversava la strada assieme a Fabrizio Poletti, suo grande amico, Gigi Meroni veniva travolto e ucciso da un’automobile.
Aveva soltanto 24 anni.
Meroni era la Farfalla Granata, come felicemente l’ha definito Nando Dalla Chiesa nel bellissimo libro dedicato ad un giocatore unico che coniugava la classe alla fantasia, l’estro all’originalità. Era un simbolo del Toro. Nessun tifoso del Toro e chiunque ami il calcio, può dimenticarlo. Meroni amava la poesia. Ermanno Eandi, poeta granata, lo ricorda con questi versi.
GIGI MERONI
di Ermanno Eandi*
Che dire di te,
quando anche il tempo
si è fermato nel tuo nome.
Pneumatici color ballila,
solcano le strade del ricordo,
occhiali scuri
celano dolcezza,
diverso per essere simile
urli il silenzio dell’anima,
scomodo per un mondo falso.
La giostra dell’amore,
una luce nel cuore di Cristiana
autoscontri di dolcezza
nel luna park del suo sguardo.
Una tela lunga una vita,
pennellate e cross
per dipingere l’impossibile,
abiti inediti indossano la tua fantasia….
In una sera di mezzo ottobre
il sorriso si stinse nel tramonto,
presto… troppo presto
Che dire di noi,
con il pennello dell’affetto
dipingiamo tele mai dipinte
per te
lariano dal cuore granata,
giocoliere di un attimo…
Gigi..
Gigi Meroni.
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