Traslochi nel cratere: consigli per non sbagliare

16 ottobre 2012 | 10:29
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Traslochi nel cratere: consigli per non sbagliare

[i]REDAZIONALE[/i]

Casa a soqquadro, ginepraio di scatole, pentole e stoviglie sparse ovunque, libri utilizzati come riempitivi, contenitori pieni di oggetti che fanno capolino tra il disordine. Si tratta di immagini più che familiari agli aquilani, che si sono trovati ad affrontare, dopo il terremoto del 2009, la fase più itinerante della loro vita: dopo lo schiaffo del sisma, il travaglio dei traslochi e i dolorosi viaggi, muniti di caschetto, tra i resti di una casa da demolire, nel tentativo di salvare il salvabile.

«All’Aquila abbiamo effettuato circa 400 traslochi dopo il terremoto. Le attività sono iniziate appena un mese dopo il sisma, quando gli aquilani, preoccupati per le sorti dei ricordi custoditi in quel che restava delle loro abitazioni, si sono attivati per mettere al sicuro gli oggetti più cari». A raccontare l’odissea degli ‘erranti del post sisma’ è Gianni Marchetti che opera nel settore dei traslochi da 25 anni ed è titolare dell’omonima azienda specializzata in traslochi, trasporti, montaggio mobili e deposito.

«Dopo il boom dell’immediato post sisma il ritmo dei traslochi è molto rallentato perché ormai le persone hanno perso la fiducia che inizialmente riponevano in una ricostruzione veloce» aggiunge Marchetti, spiegando quanto sia importante affrontare la delicata operazione del trasloco con il supporto di personale serio e preparato «altrimenti – spiega – si rischia di

subire ulteriori danni».

Ma come si fa a riconoscere la serietà di un’azienda in questo settore? «E’ importante affidarsi ad aziende con molta esperienza. Molti dei problemi legati agli errori fatti durante il trasloco si notano solo a lungo termine e cioè quando i mobili vengono rimontati dopo il trasloco – sottolinea Marchetti – ma è fondamentale fare attenzione ad alcuni piccoli particolari, come ad esempio le tecniche e il materiale utilizzato per l’imballaggio».

«Un altro elemento da controllare – aggiunge – è il modo in cui vengono gestiti i depositi. Quando il materiale è destinato a rimanere per molto tempo all’interno di una struttura provvisoria è bene che quest’ultima sia priva di umidità e che l’ambiente non sia troppo caldo. Noi ad esempio per il deposito utilizziamo delle strutture in cemento ben chiuse e allarmate».

«Fondamentale infine verificare che il personale sia preparato e che i mezzi utilizzati per il trasporto siano adeguati. E’ importante ad esempio verificare che l’azienda disponga di attrezzature specifiche per gestire ogni tipo di trasporto, come scale, autoscale e piattaforme di carico. Infine – conclude Marchetti – è importante verificare che la ditta sia in grado non solo di smontare e rimontare i mobili, ma anche di adattarli alle caratteristiche del nuovo ambiente. Un servizio che noi garantiamo e che è fondamentale per recuperare e ricollocare tutto il materiale spostato, senza spendere ulteriori soldi per nuovi acquisti. Cosa fondamentale in questo momento di crisi». Una crisi, che, secondo Marchetti, sempre più spesso porta alla fuga: «da tutto il territorio nazionale riceviamo sempre più frequentemente richieste per traslochi all’estero, in paesi come la Romania o la Germania».

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