
[url”Manifestazione”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=37926&typeb=0[/url] con striscioni da parte di un gruppo di donne all’esterno del tribunale dell’Aquila in occasione della prima udienza del processo, con rito abbreviato, a Francesco Tuccia, giovane campano accusato dello [url”stupro di una studentessa laziale fuori da una discoteca di Pizzoli”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=12657&typeb=0&23-02-2012–Stupro-Pizzoli-arrestato-il-militare-Tuccia[/url] (L’Aquila), nel febbraio scorso, quando era militare di stanza all’Aquila.
«Siamo qui contro il femminicidio che nasce da una cultura sbagliata da troppo tempo», ha detto un’esponente di Rete Rosa, un’associazione di genere di Tivoli, città d’origine della ragazza stuprata.
Il Centro Anti Violenza dell’Aquila intende a costituirsi parte civile, come spiega l’avvocato Simona Giannangeli: «Una battaglia difficile, poche volte è successo in Italia, ma è stato leso un nostro diritto soggettivo».
Le donne hanno esposto alcuni striscioni con i messaggi: “[i]Per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa[/i]”, “[i]La violenza degli uomini sulle donne ci riguarda tutte[/i]”, “[i]Con o senza divisa guai a chi ci tocca[/i]”.
PADRE VITTIMA, SI SPERA IN SENTENZA GIUSTA – «Si spera in una sentenza giusta che faccia da deterrente per altri fatti simili e dia modo che in futuro non accadano più» ha commentato padre della studentessa laziale vittima dello stupro nell’aquilano, fuori dall’aula del tribunale del capoluogo abruzzese.
«Mia figlia ha ripreso gli studi e in apparenza traspare una certa tranquillità. Ha alti e bassi, magari l’avvicinarsi del processo l’ha resa nervosa», ha aggiunto.
Intanto, al processo, il giudice Giuseppe Grieco ha ammesso come parte civile il Centro Antiviolenza dell’Aquila.
PROCESSO AGGIORNATO AL 19 NOVEMBRE – Il processo con rito abbreviato al giovane ex militare è stato rinviato al prossimo 19 novembre.
La prima udienza, a porte chiuse, ha visto sfilare alcuni testimoni tra cui i carabinieri che intervennero subito dopo il fatto, unitamente a un medico e a una psicologa.
Secondo quanto si è appreso, saranno necessarie quattro o cinque udienze per arrivare alla sentenza. All’udienza ha assistito la giovane studentessa; assente, invece, l’imputato.
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