
«Le pagine della relazione del progettista Claudio Botta non lasciano dubbi, chiunque l’avesse letta avrebbe capito il rischio di danni strutturali alla Casa dello studente. E otto ragazzi non sarebbero morti».
Lo ha dichiarato il perito Maria Gabriella Mulas, nel corso dell’udienza di oggi al tribunale dell’Aquila di uno dei più importanti filoni della maxi inchiesta aperta dalla procura della Repubblica del capoluogo dopo i crolli del terremoto del 6 aprile 2009. Sotto le macerie hanno perso la vita otto giovani; molti altri rimasero feriti.
Tornato a occuparsi del merito delle accuse dopo una lunga pausa, l’ultima udienza risaliva a luglio, il processo è stato alla fine rinviato al prossimo 1° dicembre.
L’udienza di oggi è stata tecnica, incentrata sugli interventi di alcuni periti delle difese e sulle ultime domande al super perito Mulas, docente del Dipartimento Ingegneria strutturale del Politecnico di Milano, che per conto del giudice Giuseppe Grieco ha stilato una relazione di oltre 1.300 pagine per chiarire i motivi del crollo della struttura.
Alla fine della sua deposizionel’ingegner Mulas ha abbracciato alcuni familiari dei ragazzi: quella di oggi, infatti, è stata l’ultima presenza in aula per lei, al termine di un lavoro durato oltre due anni.
Gli indagati nel processo erano inizialmente undici, ma la posizione del progettista Claudio Botta, 92 anni, è stata stralciata. Dei rimanenti dieci, otto ad aprile scorso sono stati ammessi al rito abbreviato.
Sono Carlo Giovani, Bernardino Pace, Pietro Centofanti, Tancredi Rossicone, Massimiliano Andreassi, Pietro Sebastiani, Luca Valente e Luca D’Innocenzo.
Ciò consentirà di saltare la fase dibattimentale, chiudendo i conti nell’udienza preliminare con uno sconto di un terzo della pena in caso di condanne. Il giudice dovrà poi decidere per il rinvio a giudizio o il non luogo a procedere su Giorgio Gaudiano e Walter Navarra, per loro resta il rito ordinario.