
É di fatto operativo l’ufficio per la partecipazione e si trova in via Rocco Carabba numero 6. L’assessore Fabio Pelini ha spiegato che il gruppo di lavoro è già stato costituito con l’obiettivo di aprirsi alla città.
Siglato anche un protocollo di intesa con il dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila, la cui collaborazione sarà a titolo gratuito. La professoressa Lina Calandra del dipartimento sarà la coordinatrice dell’ufficio a titolo gratuito. L’università è coinvolta perché «non si può lasciare la partecipazione solo alla buona volontà».
«Chiunque vuol utilizzare questo strumento nell’ufficio avrà un punto di riferimento – ha spiegato Pelini – l’amministrazione, in maniera del tutto trasparente, andrà sul territorio per illustrare ciò che sta facendo e ha intenzione di fare per costruire insieme l’azione amministrativa».
In cantiere ci sono già un paio di iniziative: «Sono state già presentate due petizioni, una con 400 firme degli studenti delle scuole superiori per la fruizione di uno spazio sociale, l’altra è stata promossa da alcune associazioni per la richiesta di uno spazio a Monticchio per attività sociali e teatrali». Quella sui giovani,“[i]Break-time[/i]”, sarà portata molto presto in giunta. Fra le altre iniziative c’è anche la programmazione di incontri periodici sul territorio. Invece il primo [i]question time[/i] con gli assessori sarà organizzato dall’ufficio la prossima settimana. Saranno gli assessori ad andare sul territorio ad incontrare la gente e lo faranno in maniera periodica. Ulteriore obiettivo è il bilancio partecipativo: i cittadini potranno decidere come investire una parte dei soldi comunali.
Pelini ha annunciato peraltro il ricorso ai referendum consultivi sulle grandi questioni. «L’ufficio per la partecipazione – ha aggiunto Lina Calandra – sarà anche una metodologia di analisi del disagio sociale e sarà teso a promuovere la coesione sociale. Il protocollo, già approvato dalla giunta, non implica onori finanziari visto che i docenti sono già pagati per fare ricerca».
Pende tuttavia sul neonato ufficio come una spada di Damocle il pericoloso precedente dell’Auditorium; Pelini tuttavia è fiducioso: «Quando si decise sull’auditorium ancora non c’erano gli strumenti partecipativi. Sulla questione avrei preferito un passaggio partecipativo. Certo è che da ora in poi le scelte strategiche della città non potranno che passare per scelte partecipative. Vista l’ondata di anti-politica non ce n’è più per nessuno o la gente partecipa oppure la politica». A.Cal.
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