
Gli scienziati Usa della [i]Union of Concerned Scientists[/i], una influente Ong statunitense, si schierano contro la sentenza di condanna dei sette membri della Grandi Rischi per il terremoto dell’Aquila.
Si tratta di una decisione «assurda e pericolosa», si legge in un comunicato: «Il presidente Napolitano dovrebbe» intervenire.
«Dopo che l’Aquila è stata investita da terremoti di piccola intensità, gli scienziati hanno affermato che un sisma di grande potenza era improbabile, ma possibile, sottolineando l’incertezza in questo campo», si legge in un comunicato sul sito della Ong.
«Quando il forte sisma ha colpito, causando vittime, gli scienziati sono stati messi sotto processo. In quell’occasione l'[i]American Geophysical Union[/i] ha messo in guardia sul fatto che le accuse potevano mettere in crisi gli sforzi internazionali per capire i disastri naturali, perché il rischio di un contenzioso scoraggia gli scienziati e i funzionari dall’avvisare il proprio governo o anche lavorare nel campo della previsioni rischi in sismologia».
«Immaginate se il governo accusasse di reati criminali il metereologo che non è stato in grado di prevedere l’esatta rotta di un tornado. O un epidemiologo per non aver previsto gli effetti pericolosi di un virus. O mettere in carcere un biologo perché non è stato in grado di prevedere l’attacco di un orso. Gli scienziati devono avere il diritto di condividere ciò che sanno e ciò che non sanno senza la paura di essere giudicati criminalmente responsabili se le proprie previsioni non si avverano», continua il testo.
«Ciò arriva dalla terra natale di Galileo. Crediamo che alcune cose non cambieranno mai», è la polemica conclusione.
JORDAN, SU BASE SCOSSE PROBABILITA’ AUMENTATE DELL’1% – Sul tema è intervenuto anche Tom Jordan, direttore del [i]Southern California Earthquake Center[/i], il sismologo che ha presieduto la Commissione Internazionale sulla Previsione dei Terremoti per la Protezione Civile, riunita all’Aquila dopo il disastro.
«E’ assurdo condannare gli scienziati per il terremoto dell’Aquila – ha detto alla Stampa Jordan – Il problema era che non esisteva un sistema efficace per comunicare il pericolo, e prendere misure, e non mi sembra che il governo italiano abbia fatto passi concreti per crearlo».
Ai colleghi italiani, spiega, «venne posta la domanda sbagliata. E’ chiaro che sulla base dell’attività sismica dei giorni precedenti, c’era stato un aumento delle probabilità di un evento maggiore. Ma se mi avessero chiesto di prevedere la possibilità che avvenisse un terremoto più forte, anche io avrei scommesso contro». «Stiamo parlando di incrementi delle probabilità intorno all’1%. In situazioni del genere, a chi tocca decidere cosa fare? Io penso che i sismologi debbano essere chiamati solo a dare risposte scientifiche, in termini di aumento percentuale delle probabilità. Poi deve esistere un sistema automatico, in base al quale le autorità governative stabiliscono le misure da prendere».
ESPERTO GIAPPONESE, SENTENZA CHOCK – Una sentenza «rigida, da [i]choc[/i]» che impedirebbe in Giappone di «accettare qualsiasi incarico in commissioni di esperti vista la possibilità di condanna». Koshun Yamaoka, ordinario di sismologia all’università di Nagoya, in Italia a maggio 2009 per un seminario internazionale di studio sul sisma dell’Aquila, ha rilevato in un’intervista con l’Ansa che «se si arriva ad attribuire responsabilità eccessiva agli studiosi, si apre una strada che rischia di limitare la libertà di espressione e il dibattito reale».
DIRETTORE PREVISIONE SISMI, IMPOSSIBILE PREVEDERE – Ogni 100 sciami sismici come quello che colpì l’Aquila prima del 6 aprile 2009, solo cinque sfociano in terremoti potenzialmente dannosi, ma non si può sapere in anticipo quali saranno quei cinque. Dopo la sentenza che ha condannato i sette membri della Commissione Grandi Rischi per i lutti all’Aquila, per cautelarsi bisognerebbe dar l’allarme cento volte correndo ogni volta il rischio di venire accusati di inutile allarmismo. Lo sostiene in una nota il docente di Geofisica Dario Albarello, direttore del progetto per la previsione a breve termine dei terremoti, voluto dal Servizio nazionale di protezione civile e dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, secondo cui la condanna ha il sapore della «caccia all’untore».
Albarello ricorda quello che successe nel non lontano 1983 in Italia con la famosa sbagliata previsione del terremoto in Garfagnana e per fortuna mai avvenuto, seguito però da accuse di inutile allarmismo. Ora una condanna che sembra una sorta di «caccia all’untore», per poter dire che «giustizia è fatta. Dimenticando, sostiene il direttore del progetto, che non sono i terremoti che uccidono, sono le costruzioni malfatte che crollano. E che esiste una carta dei rischi: anche la Prefettura dell’Aquila, poi crollata, era compresa tra gli edifici a rischio, in una zona ad alto rischio. Forse gli amministratori hanno le loro responsabilità».
EUCENTRE,SITO WEB BIANCO – La fondazione Eucentre, specializzata nella ricerca sui terremoti, ha lasciato in bianco il suo sito web in segno di solidarietà con il suo presidente, Gian Michele Calvi, membro della commissione Grandi Rischi. «Ricercatori, tecnici e collaboratori della Fondazione Eucentre – si legge nella home page, completamente bianca – esprimono la loro vicinanza al Prof. Gian Michele Calvi, Presidente di Eucentre, e a tutti i membri della Commissione Grandi Rischi che sono stati condannati in primo grado con la sentenza del 22 ottobre 2012».
EVA: UMILIATI DA VERDETTO GIA’ SCRITTO – «Ci siamo sentiti umiliati, dal punto di vista umano e professionale», ma «l’operazione è stata molto più subdola, ha cambiato le carte in tavola». Questo il commento, in un’intervista al Giornale, di Claudio Eva, sismologo, uno dei sette componenti della Commissione ritenuti colpevoli dal Tribunale dell’Aquila di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
«Il giudice – spiega – ha affermato il principio della congrua analisi del rischio del territorio. In oltre 500 pagine di requisitoria c’é tutto e il contrario di tutto, un castello di carte pauroso». Eva parla di una «sentenza già scritta». «Avevano detto all’inizio del processo: ‘Qualcuno dovrà pagare’. Abbiamo pagato noi».
BOSCHI, RIUNIONE DOVEVA DIRE CHE NON SI PREVEDEVA – «Lo scopo della riunione era quello di dire che non si potevano prevedere i terremoti, l’ho capito dopo». Lo ha riferito a Radio 24 Enzo Boschi, fino al 2011 presidente dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e membro di quella commissione grandi rischi che si riunì sei giorni prima del terremoto dell’Aquila, in riferimento alla riunione del 31 marzo 2009 alla quale partecipò convocato da Guido Bertolaso.
Alla domanda se si senta di essere stato strumentalizzato Boschi ha detto: «Non lo so, devo rifletterci. Certamente la commissione grandi rischi come era stata fatta da Zamberletti funzionava benissimo. Ai tempi le due sezioni, quella scientifica e quella di chi doveva prendere decisioni su eventuali rischi o evacuazioni, erano separate».
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