Ictus: la prevenzione salva la vita

29 ottobre 2012 | 19:57
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Ictus: la prevenzione salva la vita

di Alessia Lombardo

“Time is brain”, il tempo è cervello. È il motto emerso all’interno della giornata mondiale dell’Ictus Cerebrale ospitata all’Aquila dall’Aula Magna del Conservatorio “Alfredo Casella” che ha visto la presenza del professor Carmine Marini, docente di neurologia all’università dell’Aquila e responsabile Stroke unit Ospedale di Avezzano dell’ingegner Paolo Binelli, presidente A.L.I.C.E. Italia onlus (Associazione italiana per la lotta all’ictus cerebrale) e del professor Claudio Pozzessere, responsabile Stroke unit ospedale San Camillo di Roma.

Ogni anno in Abruzzo sono circa 3.600 i casi di persone colpite da ictus, ma si può fare prevenzione. Infatti uno studio recente attesta che circa il 90% dei casi potrebbe essere prevenuto. Preoccupa invece il dato che vede l’aumento dal 13% al 19% dei giovani, tra i 20 e i 54 anni, colpiti da questa patologia. È importante sensibilizzare l’opinione pubblica, prevenire ed evitare dei ritardi che possono essere oltremodo dannosi.

«Occorre – ha spiegato Binelli – avere uno stile di vita corretta e affidarsi alla dieta mediterranea, magari unita a un bicchiere di vino rosso e a sette grammi di cioccolata fondente al giorno».

Per il dottor Pozzessere possono fare la differenza l’atteggiamento del paziente e l’apporto di stroke unit (unità di terapia) e in futuro sarà determinate la telemedicina, che abbatterà i tempi del trasporto del paziente.

Importante per la riabilitazione post ictus l’apporto della musicoterapia come sostenuto dal professor Marini.

«L’afasia – ha detto – rappresenta una delle disabilità di chi subisce un ictus: chi ne è colpito subisce danni a specifiche funzioni mentali tra le quali quelle connesse al linguaggio e proprio nell’ambito del progetto di riabilitazione post ictus rientra il progetto del coro degli afasici».

Si esibito con successo, diretto da Stefania Gianni, docente di storia della musica e docente nel corso di musicoterapia al Conservatorio, il coro degli afasici dell’Aquila.

«Non si può parlare, ma cantare – ha spiegato Binelli – e il canto può far venire a contatto le persone colpite da ictus con la propria famiglia».

L’Aquila, da sempre all’avanguardia sul tema ictus, ha la propria stoke unit nella clinica neurologica dell’ospedale San Salvatore e si è occupata di trombolisi già dal 2004.

Spettatore del concerto e della giornata anche la leggenda ovale aquilana, Massimo Mascioletti, colpito da ictus il 19 ottobre 2009.