
In Abruzzo, al 31 dicembre 2011, ci sono circa 85 mila cittadini stranieri regolari che, con un calo di circa tremila unità rispetto al 2010, rappresentano l’1,7% della popolazione immigrata a livello nazionale. E’ quanto emerge dal dossier statistico immigrazione 2012 Caritas-Migrantes presentato stamani a Pescara.
All’iniziativa, nei locali dell’Aurum, hanno preso parte, tra gli altri, il vescovo ausiliario dell’Aquila e delegato per il settore Migranti della Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana, monsignor Giovanni D’Ercole, il delegato regionale Caritas Abruzzo-Molise, don Marco Pagniello, l’assessore alle Politiche dell’accoglienza del Comune di Pescara, Maria Grazia Palusci e la mediatrice culturale colombiana Gina Covelli Navas.
Dal rapporto, che elabora dati Istat e del ministero dell’Interno, emerge che gli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno presenti in Abruzzo sono 52.078 e che oltre il 60% dei migranti presenti in regione non proviene dall’Unione Europea.
La distribuzione geografica vede prevalere la provincia di Teramo, con 17.932 cittadini non comunitari (34,4% del totale regionale), seguita dall’Aquilano (14.537, 27,9%), dal Pescarese (10.584, 20,3%) e dal Chietino (9.025, 17,3%).
Si tratta nel complesso di una popolazione molto giovane (il 78,5% ha meno di 44 anni).
La comunità straniera più numerosa in regione è quella dei romeni, con presenze superiori alle 20mila unità già dal 2010; seguono gli albanesi (13.754), i marocchini (6.532), i cinesi (5.493), i macedoni (5.463) e gli ucraini (3.948).
Citando dati Inail, il dossier rileva che nel 2011 un totale di 73.393 cittadini stranieri (di cui il 40,9% di sesso femminile) è risultato occupato sul territorio abruzzese, con un’incidenza pari al 16,2% della popolazione attiva regionale. La maggior parte degli stranieri, ovvero il 45,7%, ha trovato occupazione nel settore dei servizi, il 41,7% in quello industriale, mentre solo il 9,6% in agricoltura. Dei lavoratori stranieri abruzzesi, la maggior parte è di origine romena (17.536 unità).
Le imprese gestite da stranieri, stando a dati della Cna presenti nel rapporto, sono 4.633. In crescita rispetto all’anno precedente, il 24,7% di queste aziende è intestato a donne e il 44,1% di esse ha sede nel Teramano; la maggior parte delle aziende (2.215 imprese) svolge attività di tipo artigianale. I titolari d’impresa più numerosi sono di nazionalità cinese (881 unità, 19% del totale regionale, concentrate in particolare nel Teramano), seguiti da romeni (825, soprattutto nel Chietino), albanesi (723), marocchini (626) e senegalesi (337, quasi tutte nel Pescarese).
Nel 2011 gli immigrati hanno inviato dall’Abruzzo ai loro Paesi d’origine circa 79 milioni di euro: Teramo è la provincia più virtuosa con oltre 23 milioni, seguita da Pescara e L’Aquila (circa 20 milioni) e dal Chietino (quasi 15 milioni).
«Nonostante, a causa della recessione, si assista, in Abruzzo come in Italia, ad un blocco della crescita delle presenze straniere – ha spiegato Maria Paola Nanni dell’equipe che cura la redazione del dossier – si tratta comunque di un settore caratterizzato da un grande movimento. L’Abruzzo è un’area di insediamento stabile: la presenza di intere famiglie, i matrimoni misti e la crescita delle seconde generazioni sono chiari segnali di stabilizzazione. Con questi numeri – ha concluso – l’Abruzzo si stacca dal Mezzogiorno ed è vicina alle regioni del centro Italia».
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