
Si infittisce il giallo sulla rendicontazione delle spese sostenute per il sisma dal Comune dell’Aquila per gli anni 2009 e 2010.
La Ragioneria di Stato chiede i documenti in originale che devono essere depositati entro 30 giorni.
Non si scompone l’assessore alla Ricostruzione del Comune dell’Aquila.
«La Ragioneria ha scritto al Commissario per la Ricostruzione e non a noi. Per quello che ci riguarda abbiamo inviato i faldoni con la documentazione al Commissariato per la Ricostruzione. Ci dicano dove si trovano e soprattutto se qualcuno li ha mai esaminati. I 30 giorni dunque come termine non è stato dato al comune dell’Aquila, ma al Commissario. – Sostiene Di Stefano – Nel momento in cui ci chiederanno la documentazione noi non faremo altro che dimostrare che l’abbiamo spedita da tempo».
C’è perfino chi è pronto a giurare di aver visto i faldoni intonsi nel palazzo ex Isef, ma potrebbe essere una leggenda metropolitana. C’è poi il piccolo nodo da sciogliere sulla questione della digitalizzazione.
«Con il decreto 48 ci avevano detto che sarebbe necessario digitalizzare tutto. Poi sono tornati indietro. In ogni caso l’appalto sta andando avanti». Ancora un altro piccolo sassolino dalla scarpa in replica alle accuse del vice presidente della Regione Giorgio de Matteis: «Siamo stati accusati di aver taciuto sul fatto che il plafond della cassa depositi e prestiti fosse agli sgoccioli. Ebbene, il sindaco Massimo Cialente per due volte ha inviato note al commissario Chiodi sollevando il problema, ma non ha mai avuto risposta.
Il dato politico è che tuttavia si preferisce continuare con le accuse a mezzo stampa perdendo invece le buone occasioni per un confronto serio e costruttivo, vedi la giornata di consiglio comunale alla presenza del Ministro Barca e di Chiodi. Il sindaco Cialente ha giocato a fare il martire, facendosi infilzare in silenzio».
A.Cal.