
di Valter Marcone
Torna sovente a prendermi il desiderio
antico e corre nel sangue
e sa della fragranza della pelle
assetata di carezze.
Ma è come la notte che solo
fa presagire il giorno, il giorno
che ora non viene.
Poi una mattina serena, tra prugni in fiore
e odore di fieno
risuona il vento di corsa
giù lungo il fiume, lungo il declivio del monte
e par carezzi quel desiderio
quell’antico desiderio
che indugia per una terra d’amore.
Terra d’amore e di primavera altro suono
ora non c’è che il passo sulla ghiaia
che sorge e svanisce come un vecchio motivo
musicale che pesa e duole nel cuore,
il cuore perso
in quella terra di un antico desiderio.
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