Concorsone, Provincia: ‘Non si può andare avanti così’

2 novembre 2012 | 17:08
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Concorsone, Provincia: ‘Non si può andare avanti così’

«Il “concorsone” non può più andare avanti in queste condizioni e devono essere prorogati i contratti di lavoro dei dipendenti assunti con Ordinanze di presidenza del Consiglio dei Ministri che, da tre anni, stanno lavorando nei Comuni del cratere e in Provincia: siano essi dipendenti diretti, oppure di Abruzzo Engeneering assegnati agli enti». Questo il pensiero dei consiglieri provinciali Fabrizio D’Alessandro e Pierpaolo Pietrucci.

«Quello che è accaduto, vale a dire la conoscenza dei quesiti in merito alle prove preselettive, sarà ormai oggetto di attenzione della giustizia amministrativa e di quella ordinaria. Resta comunque una brutta pagina della gestione della ricostruzione. Tuttavia è ormai evidente che su questo concorso aleggiano pesanti sospetti, così come sono minate la garanzia di trasparenza e, conseguentemente, la serenità di tutti i concorrenti e degli stessi enti locali».

«La città suo malgrado ha accettato che il concorso venisse gestito dal Formez in nome della tutela della terzietà, della trasparenza e delle garanzie di equidistanza che il governo avrebbe dovuto assicurare e invece, ci troviamo adesso di fronte ad una fuga di notizie che non ha precedenti nella storia dei concorsi, nazionali e soprattutto locali».

«A questo punto non possiamo far altro che chiedere di prorogare i contratti dei dipendenti a tempo determinato e la convenzione con Abruzzo Engeneering. In una prospettiva a breve o medio termine chiediamo invece di mettere gli enti locali nelle condizioni di poter espletare procedure concorsuali, anche attraverso un corso-concorso, da espletare con docenti ministeriali, allo scopo di dotarsi delle risorse umane necessarie a far fronte agli impegni della ricostruzione e, al contempo, di salvaguardare le professionalità e le competenze acquisite dai lavoratori in lunghi anni a servizio degli stessi enti locali. Professionalità ed esperienze senza le quali il processo della ricostruzione subirebbe inevitabili ritardi e finirebbe drammaticamente compromesso».