L’Aquila Rugby, la resa dei conti

2 novembre 2012 | 14:24
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L’Aquila Rugby, la resa dei conti

di Marcello Spimpolo

Nei giorni scorsi, a fronte dei deludenti risultati sul campo, diversi articoli di stampa hanno messo sotto accusa la gestione tecnica e societaria dei neroverdi.

Per tutta risposta, dalla Società è partito un comunicato che invece di spiegare i mancati risultati, ha attaccato il giornalista estensore di uno di questi (il collega del Messaggero Stefano Castellani, ndr) reo di aver chiesto il rispetto di quei programmi dichiarati in fase di presentazione della squadra.

Nel comunicato dell’Aquila Rugby 1936 si è cercato di far passare il messaggio di una Società compatta in difesa dei suoi dirigenti, ma poi si scopre che lo stesso Presidente Marinelli non era a conoscenza di nulla e che, anzi, intende prendere severi provvedimenti al suo rientro in città verso quei collaboratori di cui «si è fidato».

Lo stesso Presidente, e molti commentatori, chiamano in causa Massimo Mascioletti come possibile salvatore della patria neroverde, ma il silenzio dello stesso sulla vicenda ci fa capire come [i]SuperMas[/i] non solo non abbia nessuna voglia di farsi tirare per la giacca ma anche che, molto probabilmente, non sia disposto a mettere la sua faccia su di un progetto pensato e portato avanti da altri.

In attesa delle decisioni di Marinelli, che ci auspichiamo non siano solo di facciata, a noi non resta che tornare a commentare anche l’aspetto tecnico della squadra.

In estate sono arrivati molti volti nuovi ma, facendo salve le considerazioni sui tanti infortunati, dobbiamo dire che le contraddizioni sono evidenti.

I Falsaperla sono ancora un oggetto misterioso e dobbiamo giocare con un Riccardo Lorenzetti (applausi a lui per l’impegno e per averci messo la faccia) riconvertito al ruolo di mediano di apertura che non è certo il suo.

Sembrerebbe che la squadra abbia cercato di tesserare Bocchino e Wakarua, ma senza alcun esito positivo in quanto il primo ha preferito scendere di categoria, mentre l’altro ha scelto di smettere di giocare, pur di fronte all’offerta di un contratto biennale.

Umberto Lorenzetti parla di un progetto a lunga scadenza, almeno triennale, concetto che non trova coerenza con i contratti più brevi fatti a Conti e Cocagi, due giovani molto interessanti.

Il campo poi ha dato risposte diverse per quanto riguarda la valenza di altri acquisti: sicuramente molto bene Turner e Robinson, da rivedere Wilson e Callori Di Vignale.

Nel tanto sbandierato progetto di aquilanità della Società è scomparso, però, Fidanza.

Noi, e lo abbiamo già scritto, continuiamo a credere in questa squadra ma è chiaro che domani finisce il ciclo terribile che ci aveva riservato il calendario e che nelle successive due partite (Fiamme Oro in casa, Reggio Emilia fuori) bisogna non solo vincere, ma convincere e fare quel salto di qualità che tutti ci aspettiamo.

In attesa del risveglio [i]tecnico[/i] ci fa comunque piacere questo risveglio [i]mediatico[/i] intorno alle sorti di un Squadra che rappresenta l’immagine stessa dell’Aquila città di cui è patrimonio.

Ecco, sommessamente, ci permettiamo di ricordare ai signori dirigenti che L’Aquila Rugby non è proprietà privata di qualcuno ma è di tutta la città.