Concorsone, Di stefano attacca il Formez

4 novembre 2012 | 16:33
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Concorsone, Di stefano attacca il Formez

«La rimozione dei fatti e la loro cancellazione nella vicenda Formez PA è inqualificabile – queste le parole lapidarie dell’assessore comunale Pietro di Stefano

Il Formez puo’ aver sempre garantito la corretta esecuzione dei concorsi in Italia nell’ultimo ventennio, ma la diffusione di una domanda correlata di risposta esatta prima dei tempi stabiliti non rende credibile l’imparzialità che il Presidente del Formez si vuole attribuire: un quesito tipo che non è ‘simile’a quelli presenti nella banca dati, ma inconfutabilmente uguale».

«L’argomento inoltre non regge – ha aggiunto l’assessore – difronte al fatto che la risposta anticipata di quel quesito non era a disposizione di tutti gli organi d’informazione, ma esclusivo appannaggio di uno.

Liquidare con poche righe di autoassoluzione la vicenda di un concorso pubblico al termine di una tanto veloce quanto discutibile ‘indagine interna’ non lascia soddisfatti i cittadini e le migliaia di precari che dovranno sostenere le prove selettive».

«Ma l’aspetto più inquietante del comunicato stampa del Presidente del Formez è rappresentato dal fatto di voler evocare uno scenario di pressione politica per coprire una vicenda di cui è egli stesso è responsabile quale Presidente dell’ Associazione.

Non voglio invocare scomodi scenari – ha concluso Di Stefano – nel rilevare che nel comitato di indirizzo di Formez PA siede L’Assessore regionale Federica Carpineta, né voglio ricorrere a facili dietrologie, ma la cortina polverosa e fuorviante che lo stesso Presidente ha strumentalmente alzato mi porta a supporre di tutto.

La situazione delicata di tutta la vicenda del cosiddetto “concorsone” è stata caratterizzata da superficialità, disattenzione e financo mistificazione; egli doveva consigliare prudenza e rigore interni, invece abbiamo assistito al più classico dei teatrini all’italiana».

CARPINETA, INDIGNATA E OFFESA DA DI STEFANO – Dall’assessore al personale Federica Carpineta riceviamo e pubblichiamo: «Le dichiarazioni dell’assessore del Comune dell’Aquila, Pietro Di Stefano, diffuse ieri l’altro con un comunicato della struttura stampa di quel Comune e riportate anche ieri dai media regionali, sono da definirsi inaccettabili e gravemente offensive. Per di più i fatti lo hanno già clamorosamente sbugiardato. Nella foga di mettersi a polemizzare sul niente, il citato signore ha dichiarato:”l’aspetto più inquietante (del comunicato del presidente del Formez) è rappresentato dal fatto di voler evocare uno scenario di pressione politica per coprire una vicenda di cui egli stesso è responsabile. Non voglio invocare scomodi scenari nel rilevare che nel comitato di indirizzo del Formez siede l’assessore regionale Federica Carpineta, né – aggiunge temerariamente – voglio ricorrere a dietrologie”. Invece lo fa. Insinua apertamente che i presunti e oggi smentiti dubbi di trasparenza del cosiddetto “concorsone” fossero riconducibili proprio al mio ruolo di componente del Comitato di Indirizzo del Formez. L’ignoranza dei fatti può indurre a esternazioni disinvolte anche politici alquanto stagionati. La mala fede, il vizio della polemichetta sul refrain dell’antipolitica, l’insinuazione voluta e assolutamente infondata da parte di chi ha responsabilità amministrative e politiche non è accettabile. In questo lasso di tempo, che ho voluto lasciarlo senza proporre repliche, attendevo le scuse ufficiali del signor Pietro Di Stefano o di chi, avendolo messo su quella poltrona, almeno politicamente risponde per le sconsiderate prese di posizione del suo delegato. Non sono arrivate. Penso che non arriveranno, nonostante i fatti siano ormai chiari. Esprimo oggi pubblicamente la mia personale indignazione e l’amarezza per l’esser stata oggetto di accuse così gravi e assolutamente gratuite, che volevano lasciar intendere un mio diretto coinvolgimento in pratiche di torbido clientelismo. Sto seriamente valutando il consiglio dei miei legali di querelare il signor Pietro Di Stefano a tutela della mia onorabilità».