
É stata una sorpresa, una doccia gelata, per i negozianti che operano al piano terra di palazzo Bonanni, ubicato fra il corso e piazzetta regina Margherita, vedere spuntare palizzate altissime, stile fortino della legione straniera, davanti alle proprie vetrine.
Quasi tutta la porzione della piazza che fino a qualche settimana fa era occupata dai tavolinetti dei pub è stata interclusa dal perimetro del cantiere del palazzo antico. Davvero paradossale la condizione dei gestori del negozio di generi alimentari “La Cascina” che hanno dovuto esporre un cartello per spiegare ai clienti che il negozio è aperto. In effetti è ancora aperto, ma vi si arriva facendo la gimKana attraverso la palizzata.
«Abbiamo dovuto chiudere per due giorni – ha spiegato la signora dietro al bancone – Ci avevano detto che il cantiere sarebbe cominciato a gennaio, invece di punto in bianco siamo stati isolati in questo modo. Inoltre non ci avevano detto che il cantiere sarebbe stato così grande».
Il tabaccaio accanto non ha neanche voglia di parlarne. «Quello che ci sta accadendo è davvero assurdo. Siamo stufi davvero». Il bar vicino continuerà a restare aperto fino a che sarà possibile, mentre Maurizio Cantalini dell’”Ingordo Laico” sembra rassegnato a chiudere i battenti. «Se potrò manterrò la mia attività aperta fino al 31 dicembre, fine dell’anno fiscale, poi chiuderò. Non so davvero cosa fare, ho provato a cercare un altro locale agibile nel centro storico, ma i prezzi sono troppo alti. Quando firmai il contratto di affitto la proprietà mi aveva assicurato che i lavori sarebbero stati lampo e che avrei dovuto chiudere solo per una ventina di giorni, invece non è così. Si parla invece di due anni di chiusura. Io non posso aspettare».
«Cosa dovremmo fare in questo due anni – incalza il gestore del negozio la Cascina – dovremmo restare a braccia conserte? Abbiamo chiesto all’amministrazione la possibilità di vendere nella piazza della fontana luminosa con una struttura mobile, ma ci hanno detto che non è possibile. Nel contempo tuttavia non è stata proposta un’alternativa a questo stato di cose. Ogni eventuale trasferimento dovrà e riapertura dovrà essere fatta a nostre spese».
Tuttavia più volte l’amministrazione comunale tramite l’assessore Marco Fanfani ha ribadito che le agibilità parziali sarebbero durate fino alla ricostruzione dei palazzi. Come dire, noi l’avevamo detto. Dunque ora, con chi prendersela? Tuttavia la chiusura delle attività e l’occupazione della piazzetta divenuta un punto di ritrovo dell’aperitivo mancherà di sicuro a tutti gli aquilani che faticosamente si erano appropriati di nuovo di un pezzetto di centro storico. Dove andranno la prossima estate?
A.Cal.