
Chiusa la procedura di accertamento sulla diffusione di un ‘quiz-tipo’ e della relativa risposta esatta, sul concorso da 300 posti per la ricostruzione, il cosiddetto ‘concorsone’, per il quale sono in lizza 18mila candidati.
Per individuare il responsabile della fuga di notizie era stata aperta anche una verifica del Formez per scoprire eventuali falle nella banca dati, verifica che non aveva portato a nessuna irregolarità. Dalla verifica nelle strutture del Ministro per la coesione territoriale, invece «è emerso che il dr. Roberto Petullà, in servizio presso le strutture del DISET dal 1 giugno scorso ed ex coordinatore della SGE, alle ore 8,58 del 26 ottobre – utilizzando la propria e-mail di servizio – con sorprendente leggerezza, ha trasmesso il “quiz tipo” a Cristina di Stefano, la giornalista ex addetta stampa della SGE, che poi ha pubblicato la notizia».
Lo annuncia una nota del ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca. «Il dr. Petullà ha immediatamente trasmesso al Capo Dipartimento del DISET – si legge – una nota con cui ha manifestato la propria intenzione di lasciare l’attuale incarico di rientrare da subito negli uffici di appartenenza del Dipartimento della Protezione civile.
L’ing. Mancurti ha condiviso con il Ministro Barca l’amarezza per questa vicenda e ha accolto la suddetta richiesta, con la quale si evita che un singolo atto individuale abbia riflessi sul buon andamento dell’Amministrazione» conclude la nota. La diffusione di questo “quiz tipo” ha creato significative ansie nei candidati, dubbi sulla correttezza della procedura e vivaci polemiche a livello locale.
«Pur essendo quanto avvenuto privo di rischi e conseguenze – stante, come già più volte ribadito,- conclude la nota del ministro Barca – che si è trattato della anticipazione di un quiz-tipo, comunque non sorteggiabile e non somministrabile il giorno dei test, all’interno di una prova preselettiva di cui il prossimo 9 novembre (secondo il bando di concorso) saranno rese pubbliche tutte le risposte».
Non si è fatta attendere la reazione dei precari del Comune dell’Aquila, che, in una nota congiunta, hanno sottolineato che «nel paese dei capri espiatori, finalmente è stata trovata la talpa del concorsone».
«Non ce ne voglia il ministro Barca – aggiungono – ma sinceramente quei “dubbi e quelle ansie significative” di cui parla non solo non vengono dissipate, ma si rafforzano. Innanzitutto ci sembra francamente assurdo che un funzionario di un ente, il DISET (Dipartimento sviluppo economie territoriali), che nulla c’entra col Formez, sia in venuto in possesso con notevole anticipo di un quiz della banca dati (per la precisione il n° 3236). Nonostante la chiusura, a questo punto frettolosa, dell’indagine interna promossa dal presidente Flamment».
«E poi è inconcepibile – aggiungono i precari – che queste circostanze vengano alla luce solo perché “la talpa” pare abbia usato la mail di servizio. Come a dire che, se tutti coloro che hanno accesso alla banca dati o hanno ricevuto da qualcuno dei quiz, non utilizzassero mail di servizio per la diffusione di queste conoscenze, noi nulla ne avremmo saputo. A dispetto delle garanzie di sicurezza della banca dati che il ministro ancora oggi conferma. Insomma, non saranno queste dimissioni che potranno metter fine alle vicende di un concorsone che non è nato bene, si sta gestendo male e rischia di finire peggio».